Vedere il positivo: questione di scelte 

Francesca Metelli è un’educatrice che lavora in RSA da 22 anni. Ha iniziato per caso e ha poi scelto di rimanere per il senso che ha trovato nell’imparare a entrare in relazione con le persone anziane residenti nel nucleo Alzheimer.

Quando mi ha spiegato il senso che ha per lei essere un’educatrice ho provato molta ammirazione (ne ho parlato in questo articolo: Perché restare a lavorare in RSA? Il senso per un’educatrice).

Quando mi ha raccontato la sua storia mi sono emozionata più volte.

Ciò che più mi ha colpito è come lei sia riuscita, a partire dalle proprie difficoltà, a creare qualcosa di utile per gli altri, a vedere il positivo, per l’appunto.

Vedere il positivo: una mostra fotografica permanente

A partire dal proprio vissuto interiore, Francesca ha avuto infatti un’idea originale per onorare la vita delle persone residenti, attraverso una mostra fotografica permanente in reparto.

Ti riporto qui direttamente il suo racconto del progetto, nella speranza che possa esserti d’ispirazione per la tua visione e per la tua quotidianità in RSA, indipendentemente dal ruolo che svolgi.

Quando mi sono ammalata, a gennaio 2016, ho provato tante emozioni: tra queste incredulità, impotenza, solitudine, incomprensione. Ma c’era in me anche tanta voglia di vivere, di stare accanto agli affetti cari, e di godermi ogni attimo che il Signore mi avrebbe ancora lasciato.

E quando, poco più di un anno dopo, con fatica, ho ripreso a lavorare, ho percepito le stesse emozioni in parenti e persone residenti nel nucleo.

Mi sono detta…ma io ci sono! E anche loro: sono vivi, presenti, con le stesse mie emozioni, nonostante la malattia.

Mi sono chiesta cosa potessi fare io per loro, per trasmettere a loro la mia emozione.

In quel momento ho pensato che possiamo essere ricchi, famosi, avere qualsiasi cosa al mondo, ma alla fine possiamo ammalarci come chiunque altro.

Ho fatto una ricerca sui personaggi famosi, ovvero i VIP, malati di demenza: Margaret Thatcher, Robin Williams, Gene Wilder, Monica Vitti, per citarne alcuni, non esenti nonostante fama e ricchezza.

Ma ho anche pensato alle “nostre persone VIP”, persone molto importanti, i nostri anziani. Persone con vissuto e famiglia, lavoratori instancabili, con un sacco di caratteristiche ancora vive, che li differenziano gli uni dagli altri.

Così, ho realizzato in reparto una mostra permanente, con le foto dei VIP di fama mondiale e i “nostri” VIP. Da un lato del corridoio: foto e descrizione dei personaggi famosi; dall’altro lato, di fronte: foto e descrizione dei nostri anziani, con scritto anche chi sono, cosa hanno fatto (famiglia e lavoro), e passioni o interessi che ancora li animano e rendono vivi.

Perché occorre Vedere Il Positivo (VIP), lavorare su ciò che c’è ancora, non su ciò che manca, scoprire ciò che emoziona ancora e motiva ad andare avanti nonostante la malattia.

Quando ho esposto la mostra, è stato emozionante leggere le emozioni dei presenti: quelle degli anziani, che si sono riconosciuti anche nello scritto (“mi conosci proprio bene! Quello sono io!”, hanno detto in alcuni casi); quelle dei parenti, che si sono commossi nel leggere aspetti del loro caro che pensavano ormai persi e mi hanno ringraziato per averli evidenziati; e quelli del personale, che ha guardato alle persone malate con altri occhi e ha iniziato a considerare elementi a cui non aveva fatto attenzione fino ad allora.

Credo che la dignità sia poter dire a gran voce Io ci sono, sono la stessa persona di allora... E il nostro impegno di professionisti verso questa direzione è la cosa più importante.

About the Author: Giulia Dapero

Giulia Dapero
Direttrice editoriale CURA _ Co-founder Editrice Dapero

Vedere il positivo: questione di scelte 

Francesca Metelli è un’educatrice che lavora in RSA da 22 anni. Ha iniziato per caso e ha poi scelto di rimanere per il senso che ha trovato nell’imparare a entrare in relazione con le persone anziane residenti nel nucleo Alzheimer.

Quando mi ha spiegato il senso che ha per lei essere un’educatrice ho provato molta ammirazione (ne ho parlato in questo articolo: Perché restare a lavorare in RSA? Il senso per un’educatrice).

Quando mi ha raccontato la sua storia mi sono emozionata più volte.

Ciò che più mi ha colpito è come lei sia riuscita, a partire dalle proprie difficoltà, a creare qualcosa di utile per gli altri, a vedere il positivo, per l’appunto.

Vedere il positivo: una mostra fotografica permanente

A partire dal proprio vissuto interiore, Francesca ha avuto infatti un’idea originale per onorare la vita delle persone residenti, attraverso una mostra fotografica permanente in reparto.

Ti riporto qui direttamente il suo racconto del progetto, nella speranza che possa esserti d’ispirazione per la tua visione e per la tua quotidianità in RSA, indipendentemente dal ruolo che svolgi.

Quando mi sono ammalata, a gennaio 2016, ho provato tante emozioni: tra queste incredulità, impotenza, solitudine, incomprensione. Ma c’era in me anche tanta voglia di vivere, di stare accanto agli affetti cari, e di godermi ogni attimo che il Signore mi avrebbe ancora lasciato.

E quando, poco più di un anno dopo, con fatica, ho ripreso a lavorare, ho percepito le stesse emozioni in parenti e persone residenti nel nucleo.

Mi sono detta…ma io ci sono! E anche loro: sono vivi, presenti, con le stesse mie emozioni, nonostante la malattia.

Mi sono chiesta cosa potessi fare io per loro, per trasmettere a loro la mia emozione.

In quel momento ho pensato che possiamo essere ricchi, famosi, avere qualsiasi cosa al mondo, ma alla fine possiamo ammalarci come chiunque altro.

Ho fatto una ricerca sui personaggi famosi, ovvero i VIP, malati di demenza: Margaret Thatcher, Robin Williams, Gene Wilder, Monica Vitti, per citarne alcuni, non esenti nonostante fama e ricchezza.

Ma ho anche pensato alle “nostre persone VIP”, persone molto importanti, i nostri anziani. Persone con vissuto e famiglia, lavoratori instancabili, con un sacco di caratteristiche ancora vive, che li differenziano gli uni dagli altri.

Così, ho realizzato in reparto una mostra permanente, con le foto dei VIP di fama mondiale e i “nostri” VIP. Da un lato del corridoio: foto e descrizione dei personaggi famosi; dall’altro lato, di fronte: foto e descrizione dei nostri anziani, con scritto anche chi sono, cosa hanno fatto (famiglia e lavoro), e passioni o interessi che ancora li animano e rendono vivi.

Perché occorre Vedere Il Positivo (VIP), lavorare su ciò che c’è ancora, non su ciò che manca, scoprire ciò che emoziona ancora e motiva ad andare avanti nonostante la malattia.

Quando ho esposto la mostra, è stato emozionante leggere le emozioni dei presenti: quelle degli anziani, che si sono riconosciuti anche nello scritto (“mi conosci proprio bene! Quello sono io!”, hanno detto in alcuni casi); quelle dei parenti, che si sono commossi nel leggere aspetti del loro caro che pensavano ormai persi e mi hanno ringraziato per averli evidenziati; e quelli del personale, che ha guardato alle persone malate con altri occhi e ha iniziato a considerare elementi a cui non aveva fatto attenzione fino ad allora.

Credo che la dignità sia poter dire a gran voce Io ci sono, sono la stessa persona di allora... E il nostro impegno di professionisti verso questa direzione è la cosa più importante.

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