Stai per leggere il testo di una nostra newsletter mensile, a cura di Giulia Dapero.

L’ultimo venerdì di ogni mese diffondiamo una riflessione filosofica sulla CURA, lanciamo sondaggi e indagini qualitative su tematiche importanti per il lavoro in RSA, informiamo sulle iniziative culturali di settore in programma per i mesi successivi.

Mancano due settimane al 15 giugno, Giornata mondiale contro il maltrattamento degli anziani.

Una giornata importante per noi che desideriamo per le persone anziane l’esatto opposto: CURA.

E come promesso, è in stampa da oggi il numero cartaceo annuale di CURA, che uscirà proprio per questa giornata.

Il cuore del numero è dedicato alle storie di vita dei professionisti, per provare a rispondere alla domanda chiave: che cosa nella vita ci porta – e che cosa ci trattiene – sulla strada della Cura agli anziani?

Puoi leggere l’editoriale e sfogliare le prime pagine 👉 a questo link.

[Non è tutto. Abbiamo in programma anche un evento culturale, di cui ti dico di più al termine di questa newsletter 👇 ].

Il senso della mia strada per CURA

Dopo aver passato l’ultimo mese a raccogliere le testimonianze dei professionisti, ci tengo a condividere anche il senso che ha per me restare in questa strada di Cura, accanto (e spesso dentro) alle RSA.

Per farlo, prendo in prestito le parole di Vittorino Andreoli che nel suo “elogio alla vecchiaia” dice:

“Una società, attraverso il senso che attribuisce alla vecchiaia, può analizzare se è una società che ha essa stessa un senso o non ce l’ha”.

Ecco, sì, mi sono detta ascoltandolo: è questo il motivo che mi fa alzare al mattino.

È questa la ragione per cui per me è nutrimento ascoltare le parole dei professionisti che hanno il privilegio di toccare con mano ogni giorno il senso che ha la vecchiaia nella nostra società, e dunque il senso che abbiamo noi come esseri sociali.

Perché in effetti il senso si può toccareletteralmente, con la pelle.

I nostri vecchi non sono altro che la nostra ultima pelle.

Marzo è però anche il mese in cui si ricordano le vittime del Covid, ed è il mese in cui è morto mio padre, sempre per Covid.

Tenere traccia e memoria, dentro di noi, di ciò che è accaduto è importante per dare senso alla Cura che vogliamo costruire.

Un modo di vivere ecologico

Sull’ultima pelle vediamo gli effetti della società che siamo stati fino ad oggi e grazie ad essa possiamo imparare a rendere il nostro modo di vivere diverso.

Diverso come?

Per esempio più ecologico, mi vien da dire, dove le persone non si rottamano (e penso ai vecchi), né si sfruttano o si riducono a numeri o si abbandonano (e penso a molti professionisti, indipendentemente dal ruolo, che stanno accanto ai vecchi ogni giorno).

Sì, ecco, il mio sogno sta diventando sempre più quello di aiutare le RSA con un progetto culturale ecologico, che sia tale nella sostanza e non solo nella forma.

Ma di questo ti racconterò di più nelle prossime newsletter.

Tornando alla Giornata cruciale per noi, ti aspetto a Busto Arsizio venerdì 14 giugno, per un convegno gratuito dedicato al tema della (S)contenzione.

A presto!

Grazie alle aziende che sostengono il lavoro di CURA

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