Di M. Cristina Villa – Psicologa e formatrice – Responsabile Humanitude Italia

 

Settembre 2020, Mese dell’Alzheimer – Tra incertezze da pandemia ed esiti elettorali, la XXVII° Giornata Mondiale dell’Alzheimer cade proprio lunedì 21 settembre. Soprattutto quest’anno, non dimentichiamoci di ricordare chi non ricorda più.

Parafrasando il titolo di un noto film, candidato ai premi Oscar 2008 vincendo quattro statuette, Non è un paese per vecchi” (No Country for Old Men) del 2007 diretto dai Fratelli Coen tratto dall’omonimo romanzo di Cormac McCarty, l’attuale momento storico-sociale ci impone una questione: sia mai che l’Italia sia diventata improvvisamente un paese per vecchi? 

Il nostro Paese -alcune Regioni in particolare- in piena pandemia, sembra aver scoperto che esistono i VECCHI. Quegli esseri umani, non extra-terrestri, denominati anche persone anziane, o nonnini (sic!) che vivono soli, che non riescono a fruire di una rete sociale, che non sono in grado di partecipare ad attività di piacere e svago, di uscire per fare la spesa, andare in farmacia, dal medico di base e altro ancora… e che muoiono soli!  Quegli esseri umani finora considerati un peso sociale ed economico – nonostante le linee-guida sanitarie indichino tutt’altro – con pesante ricaduta sui caregiver, familiari o professionisti della salute che siano. Tutto ciò era presente anche prima! Sta morendo la memoria storica del nostro Paese hanno recitato servizi televisivi, telegiornali, autorevoli personaggi pubblici della politica, della cultura, della salute, del sociale. Stava morendo anche prima! Spesso trascorrendo la giornata fissando una parete al domicilio o in struttura di ricovero, in una bolla di isolamento sensoriale. 

Per gli addetti ai lavori, purtroppo non è una novità.  “Le R.S.A. vanno ripensate”, questa l’esortazione proclamata da un noto Assessore Regionale nel periodo di lockdown.

HOMES

A seguito di queste osservazioni/riflessioni, cosa possiamo proporre allora?  “Cavalcare l’onda” di questa ri-scoperta di un naturale, per sua sfortuna ultimo, ciclo di vita e di chi in questo si trova, di questa ri-scoperta della memoria storica ed emotiva, di potersi emozionare nello svolgere gli atti quotidiani del prendersi cura/to care dell’altro, che va oltre il guarire/to cure, attualmente impossibile quando subentrano patologie neurodegenerativeCoinvolgendo tutti gli attori in questo “gioco di squadra”: operatori del settore e di altri ambiti con differenti professionalità, famiglie, volontari dedicati, assistenti familiari/badanti, cittadinanza, autorità istituzionali. E anziani, soprattutto. Mettendo al centro la relazione tra gli uni e gli altri. La relazione al centro per migliorare la qualità della vita e del lavoro dei curati, dei curanti e dell’organizzazione, attraverso approcci non farmacologici validati scientificamente. 

Un cambiamento di prospettiva che va a impattare positivamente sull’ambiente socio-emozionale, -trasformandolo da un luogo di vita a un luogo di desiderio e voglia di vivere e lavorare- e sul conto economico aziendale, consentendo un risparmio di mezzi erisorse.

Alice al bivio
L’obiettivo primario è di contribuire a “sdoganare” l’invecchiamento, fisiologico e/o patologico, dribblando le trappole culturali che caratterizzano la geriatria e rinforzando il riconoscimento e la valorizzazione delle capacità presenti, potenziali e in essere, delle persone anziane, fragili e non.

“Un giorno Alice arrivò ad un bivio sulla strada e vide lo Stregatto sull’albero. «Che strada devo prendere?» chiese. La risposta fu una domanda: «Dove vuoi andare?» «Non lo so», rispose Alice. – “Allora, – disse lo Stregatto – non ha importanza “.  (dal romanzo “ Alice nel paese delle meraviglie”di Lewis Carroll, 1865) ma verso la sua meta, che già di per sé è un viaggio… “Potreste dirmi, per favore, da che parte dovrei andare? Dipende molto da dove vuoi arrivare.” (Beppe Severgnini, scrittore e giornalista contemporaneo).



Una soluzione si può sempre trovare, basta aver chiara l’idea di dove si vuole arrivare.

Maria Cristina Villa

 

About the Author: Editrice Dapero

Casa Editrice Indipendente per una cultura condivisa nel settore dell’assistenza agli anziani.

Di M. Cristina Villa – Psicologa e formatrice – Responsabile Humanitude Italia

 

Settembre 2020, Mese dell’Alzheimer – Tra incertezze da pandemia ed esiti elettorali, la XXVII° Giornata Mondiale dell’Alzheimer cade proprio lunedì 21 settembre. Soprattutto quest’anno, non dimentichiamoci di ricordare chi non ricorda più.

Parafrasando il titolo di un noto film, candidato ai premi Oscar 2008 vincendo quattro statuette, Non è un paese per vecchi” (No Country for Old Men) del 2007 diretto dai Fratelli Coen tratto dall’omonimo romanzo di Cormac McCarty, l’attuale momento storico-sociale ci impone una questione: sia mai che l’Italia sia diventata improvvisamente un paese per vecchi? 

Il nostro Paese -alcune Regioni in particolare- in piena pandemia, sembra aver scoperto che esistono i VECCHI. Quegli esseri umani, non extra-terrestri, denominati anche persone anziane, o nonnini (sic!) che vivono soli, che non riescono a fruire di una rete sociale, che non sono in grado di partecipare ad attività di piacere e svago, di uscire per fare la spesa, andare in farmacia, dal medico di base e altro ancora… e che muoiono soli!  Quegli esseri umani finora considerati un peso sociale ed economico – nonostante le linee-guida sanitarie indichino tutt’altro – con pesante ricaduta sui caregiver, familiari o professionisti della salute che siano. Tutto ciò era presente anche prima! Sta morendo la memoria storica del nostro Paese hanno recitato servizi televisivi, telegiornali, autorevoli personaggi pubblici della politica, della cultura, della salute, del sociale. Stava morendo anche prima! Spesso trascorrendo la giornata fissando una parete al domicilio o in struttura di ricovero, in una bolla di isolamento sensoriale. 

Per gli addetti ai lavori, purtroppo non è una novità.  “Le R.S.A. vanno ripensate”, questa l’esortazione proclamata da un noto Assessore Regionale nel periodo di lockdown.

A seguito di queste osservazioni/riflessioni, cosa possiamo proporre allora?  “Cavalcare l’onda” di questa ri-scoperta di un naturale, per sua sfortuna ultimo, ciclo di vita e di chi in questo si trova, di questa ri-scoperta della memoria storica ed emotiva, di potersi emozionare nello svolgere gli atti quotidiani del prendersi cura/to care dell’altro, che va oltre il guarire/to cure, attualmente impossibile quando subentrano patologie neurodegenerativeCoinvolgendo tutti gli attori in questo “gioco di squadra”: operatori del settore e di altri ambiti con differenti professionalità, famiglie, volontari dedicati, assistenti familiari/badanti, cittadinanza, autorità istituzionali. E anziani, soprattutto. Mettendo al centro la relazione tra gli uni e gli altri. La relazione al centro per migliorare la qualità della vita e del lavoro dei curati, dei curanti e dell’organizzazione, attraverso approcci non farmacologici validati scientificamente. 

Un cambiamento di prospettiva che va a impattare positivamente sull’ambiente socio-emozionale, -trasformandolo da un luogo di vita a un luogo di desiderio e voglia di vivere e lavorare- e sul conto economico aziendale, consentendo un risparmio di mezzi erisorse.

Alice al bivio
L’obiettivo primario è di contribuire a “sdoganare” l’invecchiamento, fisiologico e/o patologico, dribblando le trappole culturali che caratterizzano la geriatria e rinforzando il riconoscimento e la valorizzazione delle capacità presenti, potenziali e in essere, delle persone anziane, fragili e non.

“Un giorno Alice arrivò ad un bivio sulla strada e vide lo Stregatto sull’albero. «Che strada devo prendere?» chiese. La risposta fu una domanda: «Dove vuoi andare?» «Non lo so», rispose Alice. – “Allora, – disse lo Stregatto – non ha importanza “.  (dal romanzo “ Alice nel paese delle meraviglie”di Lewis Carroll, 1865) ma verso la sua meta, che già di per sé è un viaggio… “Potreste dirmi, per favore, da che parte dovrei andare? Dipende molto da dove vuoi arrivare.” (Beppe Severgnini, scrittore e giornalista contemporaneo).



Una soluzione si può sempre trovare, basta aver chiara l’idea di dove si vuole arrivare.

Maria Cristina Villa

 

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Casa Editrice Indipendente per una cultura condivisa nel settore dell’assistenza agli anziani.

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