Vedere l’anziano come risorsa, anche se è uscito dal tessuto lavorativo, non è cosa tipica del sentire comune. Eppure, da quindici anni l’Associazione Agorà di Padova lavora per affermare concretamente quest’idea. Nell’intervista che segue scopriamo meglio la loro preziosa attività.

L’Associazione Agorà di Padova

L’Associazione Agorà inizia a muoversi nel 2003 con un piccolo gruppo di “longevi protagonisti”, per costituirsi ufficialmente nel 2006, con il proprio assetto organizzativo, un consiglio direttivo e il suo primo statuto.

L’Associazione nasce in seno alla Fondazione OIC di Padova – grazie alla brillante intuizione dell’allora presidente professor Angelo Ferro – e ha sede infatti proprio all’interno della Civitas Vitae di Padova, che è un complesso di strutture sociosanitarie, che di fatto hanno creato l’ambiente facilitante per la costruzione di relazioni di fiducia e per la creazione di trame di relazioni solidali.  

Agorà nasce per dare continuità al percorso di formazione «Terza età protagonista» – oggi denominato «Protagonisti di relazioni generative» – organizzato annualmente dall’OIC.

l’Associazione si rivolge quindi a persone anziane ultrasessantenni, che hanno frequentato questi percorsi di longevità attiva, finalizzati a fornire indicazioni sullo stile di vita e le attività fisiche per prevenire gli effetti negativi dell’invecchiamento e per promuovere il benessere; ma anche a supportare le persone anziane nella digitalizzazione, permettendo loro di vivere un’esperienza di gruppo in cui sentirsi a tutti gli effetti protagonisti.

Ecco quindi che l’Associazione Agorà diviene il punto di riferimento per le persone anziane che vogliono portare avanti una cultura della longevità diversa da quella che esiste per tradizione.

L’anziano come risorsa

Il valore culturale principale riguarda infatti il concetto stesso di invecchiamento.

«La persona anziana, anche se è uscita dal tessuto lavorativo ed è in pensione, può ancora essere risorsa, può avere ancora un ruolo chiave all’interno della società e della comunità», ci spiega la dott.ssa Alessandra Bocchio Chiavetto (Psicologa e coordinatrice di percorsi di formazione Invecchiamento attivo e Intergenerazionalità).

L’anziano come risorsa, dunque; è questa l’idea, che nel 2006 era assolutamente rivoluzionaria e che oggi, comunque, ancora non si è affermata come dovrebbe all’interno della società.

«Con questo valore culturale fondamentale, per altro, Agorà ha anticipato i tempi rispetto a ciò su cui proprio ora le Istituzione stanno legiferando», spiega la dottoressa Bocchio Chiavetto, ricordando che Regione Veneto ha di recente legiferato in materia di valorizzazione e promozione dell’invecchiamento attivo.

La forza del volontariato

Una volta di più si conferma come spesso idee nuove e concretamente utili alla società emergono proprio dal mondo del volontariato. Una forza che si è mantenuta, nei limiti del possibile, anche nei frangenti pandemici più complessi.

Nel video che segue, la dottoressa Alessandra Bocchio Chiavetto, ci racconta infatti dei valori e delle attività fondamentali dell’Associazione e di come siano riusciti a mantenersi attivi anche durante i mesi di pandemia.

https://www.youtube.com/watch?v=fBUpTNK0D08

«Il mondo associativo ha sicuramente risorse incredibili», conclude la dottoressa, «anche se è innegabile che la pandemia abbia dato uno scossone importante, in particolare alle associazioni di supporto sociosanitario».

Questo perché si tratta di associazioni che sono costituite da volontari anziani nella maggioranza, dunque dai soggetti più a rischio nel contesto pandemico.

Ma, come ci ricorda con ottimismo la dottoressa, «questo significa che nel post pandemia dovremo impegnarci per ricostruire quei legami essenziali di fiducia tra le persone. Non solo: dovremo impegnarci ancora di più a supportare le persone anziane, ovvero a ricostruire quel senso di sicurezza che è stato scosso dalla pandemia, affinché possano tornare a partecipare e a sentirsi protagoniste».

Il supporto e un contesto di fiducia rimangono quindi ingredienti fondamentali, per favorire nelle persone ultrasessantenni la capacità di tenere insieme le eventuali fragilità fisiche e personali, con la capacità di sentirsi ancora attivi. Ingredienti che l’Associazione Agorà conosce e promuove da oltre quindici anni.

About the Author: Editrice Dapero

Casa Editrice Indipendente per una cultura condivisa nel settore dell’assistenza agli anziani.

Vedere l’anziano come risorsa, anche se è uscito dal tessuto lavorativo, non è cosa tipica del sentire comune. Eppure, da quindici anni l’Associazione Agorà di Padova lavora per affermare concretamente quest’idea. Nell’intervista che segue scopriamo meglio la loro preziosa attività.

L’Associazione Agorà di Padova

L’Associazione Agorà inizia a muoversi nel 2003 con un piccolo gruppo di “longevi protagonisti”, per costituirsi ufficialmente nel 2006, con il proprio assetto organizzativo, un consiglio direttivo e il suo primo statuto.

L’Associazione nasce in seno alla Fondazione OIC di Padova – grazie alla brillante intuizione dell’allora presidente professor Angelo Ferro – e ha sede infatti proprio all’interno della Civitas Vitae di Padova, che è un complesso di strutture sociosanitarie, che di fatto hanno creato l’ambiente facilitante per la costruzione di relazioni di fiducia e per la creazione di trame di relazioni solidali.  

Agorà nasce per dare continuità al percorso di formazione «Terza età protagonista» – oggi denominato «Protagonisti di relazioni generative» – organizzato annualmente dall’OIC.

l’Associazione si rivolge quindi a persone anziane ultrasessantenni, che hanno frequentato questi percorsi di longevità attiva, finalizzati a fornire indicazioni sullo stile di vita e le attività fisiche per prevenire gli effetti negativi dell’invecchiamento e per promuovere il benessere; ma anche a supportare le persone anziane nella digitalizzazione, permettendo loro di vivere un’esperienza di gruppo in cui sentirsi a tutti gli effetti protagonisti.

Ecco quindi che l’Associazione Agorà diviene il punto di riferimento per le persone anziane che vogliono portare avanti una cultura della longevità diversa da quella che esiste per tradizione.

L’anziano come risorsa

Il valore culturale principale riguarda infatti il concetto stesso di invecchiamento.

«La persona anziana, anche se è uscita dal tessuto lavorativo ed è in pensione, può ancora essere risorsa, può avere ancora un ruolo chiave all’interno della società e della comunità», ci spiega la dott.ssa Alessandra Bocchio Chiavetto (Psicologa e coordinatrice di percorsi di formazione Invecchiamento attivo e Intergenerazionalità).

L’anziano come risorsa, dunque; è questa l’idea, che nel 2006 era assolutamente rivoluzionaria e che oggi, comunque, ancora non si è affermata come dovrebbe all’interno della società.

«Con questo valore culturale fondamentale, per altro, Agorà ha anticipato i tempi rispetto a ciò su cui proprio ora le Istituzione stanno legiferando», spiega la dottoressa Bocchio Chiavetto, ricordando che Regione Veneto ha di recente legiferato in materia di valorizzazione e promozione dell’invecchiamento attivo.

La forza del volontariato

Una volta di più si conferma come spesso idee nuove e concretamente utili alla società emergono proprio dal mondo del volontariato. Una forza che si è mantenuta, nei limiti del possibile, anche nei frangenti pandemici più complessi.

Nel video che segue, la dottoressa Alessandra Bocchio Chiavetto, ci racconta infatti dei valori e delle attività fondamentali dell’Associazione e di come siano riusciti a mantenersi attivi anche durante i mesi di pandemia.

https://www.youtube.com/watch?v=fBUpTNK0D08

«Il mondo associativo ha sicuramente risorse incredibili», conclude la dottoressa, «anche se è innegabile che la pandemia abbia dato uno scossone importante, in particolare alle associazioni di supporto sociosanitario».

Questo perché si tratta di associazioni che sono costituite da volontari anziani nella maggioranza, dunque dai soggetti più a rischio nel contesto pandemico.

Ma, come ci ricorda con ottimismo la dottoressa, «questo significa che nel post pandemia dovremo impegnarci per ricostruire quei legami essenziali di fiducia tra le persone. Non solo: dovremo impegnarci ancora di più a supportare le persone anziane, ovvero a ricostruire quel senso di sicurezza che è stato scosso dalla pandemia, affinché possano tornare a partecipare e a sentirsi protagoniste».

Il supporto e un contesto di fiducia rimangono quindi ingredienti fondamentali, per favorire nelle persone ultrasessantenni la capacità di tenere insieme le eventuali fragilità fisiche e personali, con la capacità di sentirsi ancora attivi. Ingredienti che l’Associazione Agorà conosce e promuove da oltre quindici anni.

About the Author: Editrice Dapero

Casa Editrice Indipendente per una cultura condivisa nel settore dell’assistenza agli anziani.

Leave A Comment