Crisi energetica e RSA: l’attuale situazione mette in difficoltà il settore delle case di riposo, già provato dalla pandemia e dalla scarsità di risorse. Quali effetti avrà il rincaro dei costi dell’energia?

di Franco Iurlaro

I centri di servizi da diversi anni vivono una profonda crisi gestionale dovuta a un limitato riconoscimento del valore dei servizi forniti alla comunità, da cui consegue un insufficiente adeguamento degli aiuti economici per la non autosufficienza.

Franco Iurlaro

Franco Iurlaro, giornalista e consulente per il settore sociosanitario, cura la rubrica “Il punto” creata per rivistacura.it, in cui approfondisce i problemi attuali che le RSA si trovano ad affrontare, con studi, interviste a esperti del settore ed esperienze.

Dagli studi condotti, sia dal Cergas dell’Università Bocconi sia dall’Osservatorio RSA dell’Università Cattaneo, il 60% delle aziende che gestiscono RSA ha chiuso i bilanci in perdita per due anni di seguito.

E quest’anno chiuderà in rosso la quasi totalità delle stesse.

Pandemia, mancanza di risorse e di personale: le principali difficoltà

La pandemia ha inflitto un’ulteriore ferita alle organizzazioni; ma molte realtà sono riuscite comunque a garantire servizi di qualità. La crisi gestionale è dovuta principalmente alla mancanza di risorse economiche, soprattutto per gli enti di natura pubblica, ma si sta evidenziando anche il problema legato alla mancanza di personale.

Non solo: quest’anno in particolare, inflazione e aumenti incontrollati dei costi dell’energia rischiano di mettere in ginocchio il settore dell’assistenza residenziale e diurna agli anziani non autosufficienti.

Gli effetti del rincaro dei costi dell’energia

Se ne stanno accorgendo, già ora, le famiglie e le imprese: senza interventi diretti e tempestivi del Governo le bollette autunnali potrebbero essere anche decuplicate rispetto all’anno scorso.

Fioccano denunce e appelli da parte dei gestori pubblici, del terzo settore e privati, che preannunciano il collasso dell’intero sistema, e prevedono perdite – per il solo rincaro dell’energia – che vanno da dieci a venti euro al giorno, traducendosi in aumenti per gli anziani e per le loro famiglie di fatto insostenibili, che potrebbero arrivare a oltre mille euro al mese.

Crisi energetica: un problema non solo economico ma soprattutto etico

Il supporto finanziario previsto dal governo nazionale e dalle regioni, con gli stanziamenti per gli enti gestori di servizi e strutture per anziani, disabili e persone svantaggiate, va nella direzione corretta, ma certamente non è sufficiente per arrivare alla prossima primavera.

In queste strutture non è infatti possibile abbassare le temperature ambientali, né prendere altre misure di riduzione dei costi, senza che questo incida irrimediabilmente sulla qualità dell’assistenza alle persone.

Ci si trova dinanzi a un rilevante problema etico.

Il sostegno alle RSA non è più sufficiente

A questi e altri elementi, che seguono il periodo di stress post pandemia, si somma il mancato adeguamento delle quote sanitarie.

In molte parti d’Italia – spiega Franco Massi, Presidente UNEBA

il contributo che le Regioni danno alle Rsa per l’accoglienza degli anziani è fermo da molti anni. E siccome ogni altro costo aumenta di anno in anno, è come se il sostegno ogni anno diminuisse. Quali Regioni avranno il senso di responsabilità di dare un sostegno all’assistenza agli anziani?

E secondo FEDERSANITÀ

È fondamentale che si ragioni su un urgente e pluriennale programma, sulla scorta ad esempio dell’ex art. 20 o del PNRR, che ammoderni e “obblighi” alla trasformazione e all’utilizzo di fonti energetiche alternative e meno impattanti anche sui bilanci tramite l’innovazione tecnologica data, ad esempio, dal riutilizzo dei rifiuti, dai nuovi impianti di cogenerazione di energia elettrica, dal fotovoltaico, e di tutte le nuove forme di transizione energetica



L’appello alla classe politica: è il momento di dimostrare interesse per gli anziani più fragili

Nell’acceso dibattito politico in corso, purtroppo, questo tema sembra del tutto assente, così come, più in generale, tutte le politiche per gli anziani non autosufficienti, che rappresentano la popolazione più fragile e più bisognosa di attenzioni e interventi concreti.
«Se avete a cuore gli anziani più fragili dei vostri paesi e delle vostre città, è il momento di dimostrarlo».

L’appello arriva dalle RSA italiane e dalle altre strutture residenziali sociosanitarie ed è rivolto a Regioni, Governo, Parlamento, candidati alle elezioni dello scorso 25 settembre. È un appello che mette d’accordo tutte le 19 associazioni del coordinamento dei gestori dei servizi di assistenza sociosanitaria, profit e no-profit.

Trenta mesi di pandemia hanno colpito le Rsa, e ora i costi dell’energia, le norme fiscali penalizzanti e il blocco delle quote regionali stanno portando il settore al definitivo collasso. Senza un intervento rapido e concreto delle Istituzioni, centinaia di strutture dovranno chiudere.

avvertono le associazioni. E ancora

La crisi energetica che sta investendo il paese sta portando le Rsa al tracollo economico: le strutture non sono in grado di sostenere gli aumenti vertiginosi di tali costi, e quindi la continuità dell’assistenza è a gravissimo rischio.»


Per approfondire

Energia. La lombardia ha chiesto al governo più risorse per la sanità. su quotidianosanita.it

Dl Aiuti Ter. Contro il caro energia, su quotidianosanita.it

Aiop Lombardia denuncia aumento del costo del gas +450%, su quotidianosanita.it

Energia. Allarme Confcooperative: “Si va verso il collasso”, su quotidianosanita.it

Rischio stangata sulle rette degli ospiti nelle case di riposo, su repubblica.it


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About the Author: Franco Iurlaro

Giornalista e consulente per il settore sociosanitario

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