- Fare cultura sulla demenza per comprendere l’Alzheimer e superare gli stereotipi
- Il desiderio di incontrare i familiari per condividere la cultura sulla demenza
- Comprendere l’Alzheimer: un desiderio sentito da molti familiari
- I progetti culturali della Fondazione Casa Serena
- Rivista Cura intervista la presidente del comitato Ospiti Parenti Barbara Picchio
Comprendere l’Alzheimer è fondamentale nella costruzione della relazione di cura. Diffondere la cultura sulla demenza significa mettere operatori e caregiver nella condizione di entrare in relazione con le persone con demenza, nel lavoro e nella vita. L’iniziativa di Casa Serena.
La Fondazione Casa Serena di Brembate Sopra (BG), che offre al suo territorio servizi sociosanitari diversificati per persone anziane e non solo, si è recentemente attivata anche per diffondere cultura tanto al suo interno quanto all’esterno. L’obiettivo della Fondazione, il cui cuore è rappresentato dalla RSA, è quello di divenire punto di riferimento per tutte le persone che sentono il bisogno di comprendere meglio l’invecchiamento, in particolare nella dimensione patologica connessa alla malattia d’Alzheimer e ad altre forme di demenza.
Fare cultura sulla demenza per comprendere l’Alzheimer e superare gli stereotipi
La Fondazione ha dapprima lavorato intensamente al proprio interno, per portare “alla pari” la cultura di tutti gli operatori impegnati quotidianamente nella cura delle persone accolte.
«Un tempo nei corsi di formazione gli operatori di base non venivano infatti formati per entrare in relazione con persone affette da demenza», ci spiegano le dottoresse Sara Pulcini ed Angelica Rota, «e il nostro obiettivo è stato prima di tutto quello di uniformare lo sguardo sulla persona con demenza, ovvero di accompagnare tutto il personale a porsi le domande giuste per poter essere realmente di supporto, superando stereotipi e pregiudizi». (Leggi anche: Comunicare la diagnosi di demenza, problemi e dilemmi etici).
Il desiderio di incontrare i familiari per condividere la cultura sulla demenza
Il secondo passo è stato quello di “traghettare” questa cultura all’esterno, per raggiungere i cittadini interessati e, in particolare, i famigliari delle persone accolte nel Nucleo Alzheimer della struttura. Nel corso dell’estate, è stata dunque organizzata una serata informativa per portare anche “fuori” una cultura più ampia intorno alla demenza, che aiutasse a comprendere l’Alzheimer cercando di dare risposta ai problemi più quotidiani della cura e di sensibilizzare intorno all’argomento. Per gli operatori impegnati nel nucleo Alzheimer è infatti forte l’esigenza di incontrare i famigliari e di condividere con loro la cultura che permea la vita nel nucleo; cultura che mette al centro la libertà e il benessere degli anziani residenti.
Comprendere l’Alzheimer: un desiderio sentito da molti familiari
Al contempo, per le famiglie è fondamentale poter essere coinvolte nella vita della struttura.
«I parenti giustamente ci chiedono di essere più vicini alla nostra realtà, per potersi orientare meglio e anche per comprendere il ruolo delle diverse figure professionali attive», ci spiega il Direttore della Fondazione Stefano Preda, «ed è nostra responsabilità attivarci per far comprendere come funziona la vita in RSA, come vivono gli anziani qui da noi». L’obiettivo della struttura è dunque quello di far arrivare più informazioni e di condividerle in modo chiaro, poiché le famiglie sono viste e sentite prima di tutto come una vera risorsa per il lavoro dei professionisti. (Leggi anche: Alzheimer: conoscere e affrontare lo stigma della demenza).
I progetti culturali della Fondazione Casa Serena
Una struttura, dunque, che desidera essere aperta con le famiglie e impegnarsi per il territorio a 360 gradi, come dimostra con l’adesione a progetti culturali di grande importanza, tra i quali due in particolare.
Città amiche della demenza
Il primo di questi è il progetto “Città amiche della demenza: Brescia e Bergamo 2023”, che la Fondazione Casa Serena, in qualità di rappresentante dell’Associazione Case di Riposo di Bergamo (ACRB), ha avviato come partner di Fondazione Casa Di Industria Onlus (ente capofila del progetto), Fondazione Brescia Solidale Onlus, Fondazione Casa di Dio Onlus, e con il sostegno dei Comuni di Bergamo e Brescia.
L’obiettivo dell’iniziativa, che si inserisce nell’ambito del progetto “Bergamo-Brescia capitali della cultura 2023” è quello di mettere in atto azioni concrete per costruire comunità gentili, accoglienti e amiche delle persone con demenza, sviluppando più consapevolezza nella popolazione.
L’idea di fondo è che la cultura può essere cura, soprattutto se costruita e pensata in ottica di comunità. L’obiettivo finale, a conclusione del progetto (dicembre 2023), è quello di far aderire Brescia e Bergamo alla rete delle città amiche delle persone con demenza.
Custodire Memorie
In secondo luogo, la Fondazione Casa Serena ha aderito, insieme ad altre 20 strutture della bergamasca, all’innovativo progetto “Custodire Memorie”, proposto da Accademia Carrara, in collaborazione con l’ASST Bergamo Est e FERB (Fondazione Europea Ricerca Biomedica Onlus) e rivolto in particolare a RSA che accolgono persone con demenza.
L’obiettivo del progetto è quello di far incontrare le opere museali con i luoghi di cura, rendendo il museo un luogo anche di inclusione sociale, e promuovendo una cultura diffusa sull’Alzheimer. L’idea di fondo, in questo caso, è che l’arte stessa può essere cura, in quanto capace di risvegliare emozioni e ricordi, nonché strumento utile per stimolare cognitivamente la persona e per coltivare la relazione ancora possibile.
La formazione al centro dei progetti
Anche in questo caso, il progetto ha previsto prima di tutto la formazione di alcuni operatori di Fondazione Casa Serena, che seguendo i percorsi di Accademia Carrara sono divenuti “mediatori museali”, cioè hanno acquisito le competenze per poter fare da tramite tra la persona e le 12 opere d’arte previste dal progetto.
L’iniziativa proseguirà poi per Casa Serena con l’allestimento di una mostra di quadri al proprio interno, nuovamente aperta a famiglie e territorio.
Colpisce il fatto che i fondi per sostenere la stampa delle opere di questo progetto arrivino da una donazione dell’azienda Tenaris Dalmine e grazie al prezioso lavoro del Comitato Parenti della struttura, organo molto attivo e di supporto alla direzione e ai professionisti, di cui la nostra redazione ha intervistato in live la presidente Barbara Picchio nei mesi scorsi (puoi rivedere il video qui sotto).
Ulteriore conferma di una cultura organizzativa aperta alle famiglie, sentite prima di tutto e in modo profondo come una ricchezza.
Rivista Cura intervista la presidente del comitato Ospiti Parenti Barbara Picchio
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- Fare cultura sulla demenza per comprendere l’Alzheimer e superare gli stereotipi
- Il desiderio di incontrare i familiari per condividere la cultura sulla demenza
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- I progetti culturali della Fondazione Casa Serena
- Rivista Cura intervista la presidente del comitato Ospiti Parenti Barbara Picchio
Comprendere l’Alzheimer è fondamentale nella costruzione della relazione di cura. Diffondere la cultura sulla demenza significa mettere operatori e caregiver nella condizione di entrare in relazione con le persone con demenza, nel lavoro e nella vita. L’iniziativa di Casa Serena.
La Fondazione Casa Serena di Brembate Sopra (BG), che offre al suo territorio servizi sociosanitari diversificati per persone anziane e non solo, si è recentemente attivata anche per diffondere cultura tanto al suo interno quanto all’esterno. L’obiettivo della Fondazione, il cui cuore è rappresentato dalla RSA, è quello di divenire punto di riferimento per tutte le persone che sentono il bisogno di comprendere meglio l’invecchiamento, in particolare nella dimensione patologica connessa alla malattia d’Alzheimer e ad altre forme di demenza.
Fare cultura sulla demenza per comprendere l’Alzheimer e superare gli stereotipi
La Fondazione ha dapprima lavorato intensamente al proprio interno, per portare “alla pari” la cultura di tutti gli operatori impegnati quotidianamente nella cura delle persone accolte.
«Un tempo nei corsi di formazione gli operatori di base non venivano infatti formati per entrare in relazione con persone affette da demenza», ci spiegano le dottoresse Sara Pulcini ed Angelica Rota, «e il nostro obiettivo è stato prima di tutto quello di uniformare lo sguardo sulla persona con demenza, ovvero di accompagnare tutto il personale a porsi le domande giuste per poter essere realmente di supporto, superando stereotipi e pregiudizi». (Leggi anche: Comunicare la diagnosi di demenza, problemi e dilemmi etici).
Il desiderio di incontrare i familiari per condividere la cultura sulla demenza
Il secondo passo è stato quello di “traghettare” questa cultura all’esterno, per raggiungere i cittadini interessati e, in particolare, i famigliari delle persone accolte nel Nucleo Alzheimer della struttura. Nel corso dell’estate, è stata dunque organizzata una serata informativa per portare anche “fuori” una cultura più ampia intorno alla demenza, che aiutasse a comprendere l’Alzheimer cercando di dare risposta ai problemi più quotidiani della cura e di sensibilizzare intorno all’argomento. Per gli operatori impegnati nel nucleo Alzheimer è infatti forte l’esigenza di incontrare i famigliari e di condividere con loro la cultura che permea la vita nel nucleo; cultura che mette al centro la libertà e il benessere degli anziani residenti.
Comprendere l’Alzheimer: un desiderio sentito da molti familiari
Al contempo, per le famiglie è fondamentale poter essere coinvolte nella vita della struttura.
«I parenti giustamente ci chiedono di essere più vicini alla nostra realtà, per potersi orientare meglio e anche per comprendere il ruolo delle diverse figure professionali attive», ci spiega il Direttore della Fondazione Stefano Preda, «ed è nostra responsabilità attivarci per far comprendere come funziona la vita in RSA, come vivono gli anziani qui da noi». L’obiettivo della struttura è dunque quello di far arrivare più informazioni e di condividerle in modo chiaro, poiché le famiglie sono viste e sentite prima di tutto come una vera risorsa per il lavoro dei professionisti. (Leggi anche: Alzheimer: conoscere e affrontare lo stigma della demenza).
I progetti culturali della Fondazione Casa Serena
Una struttura, dunque, che desidera essere aperta con le famiglie e impegnarsi per il territorio a 360 gradi, come dimostra con l’adesione a progetti culturali di grande importanza, tra i quali due in particolare.
Città amiche della demenza
Il primo di questi è il progetto “Città amiche della demenza: Brescia e Bergamo 2023”, che la Fondazione Casa Serena, in qualità di rappresentante dell’Associazione Case di Riposo di Bergamo (ACRB), ha avviato come partner di Fondazione Casa Di Industria Onlus (ente capofila del progetto), Fondazione Brescia Solidale Onlus, Fondazione Casa di Dio Onlus, e con il sostegno dei Comuni di Bergamo e Brescia.
L’obiettivo dell’iniziativa, che si inserisce nell’ambito del progetto “Bergamo-Brescia capitali della cultura 2023” è quello di mettere in atto azioni concrete per costruire comunità gentili, accoglienti e amiche delle persone con demenza, sviluppando più consapevolezza nella popolazione.
L’idea di fondo è che la cultura può essere cura, soprattutto se costruita e pensata in ottica di comunità. L’obiettivo finale, a conclusione del progetto (dicembre 2023), è quello di far aderire Brescia e Bergamo alla rete delle città amiche delle persone con demenza.
Custodire Memorie
In secondo luogo, la Fondazione Casa Serena ha aderito, insieme ad altre 20 strutture della bergamasca, all’innovativo progetto “Custodire Memorie”, proposto da Accademia Carrara, in collaborazione con l’ASST Bergamo Est e FERB (Fondazione Europea Ricerca Biomedica Onlus) e rivolto in particolare a RSA che accolgono persone con demenza.
L’obiettivo del progetto è quello di far incontrare le opere museali con i luoghi di cura, rendendo il museo un luogo anche di inclusione sociale, e promuovendo una cultura diffusa sull’Alzheimer. L’idea di fondo, in questo caso, è che l’arte stessa può essere cura, in quanto capace di risvegliare emozioni e ricordi, nonché strumento utile per stimolare cognitivamente la persona e per coltivare la relazione ancora possibile.
La formazione al centro dei progetti
Anche in questo caso, il progetto ha previsto prima di tutto la formazione di alcuni operatori di Fondazione Casa Serena, che seguendo i percorsi di Accademia Carrara sono divenuti “mediatori museali”, cioè hanno acquisito le competenze per poter fare da tramite tra la persona e le 12 opere d’arte previste dal progetto.
L’iniziativa proseguirà poi per Casa Serena con l’allestimento di una mostra di quadri al proprio interno, nuovamente aperta a famiglie e territorio.
Colpisce il fatto che i fondi per sostenere la stampa delle opere di questo progetto arrivino da una donazione dell’azienda Tenaris Dalmine e grazie al prezioso lavoro del Comitato Parenti della struttura, organo molto attivo e di supporto alla direzione e ai professionisti, di cui la nostra redazione ha intervistato in live la presidente Barbara Picchio nei mesi scorsi (puoi rivedere il video qui sotto).
Ulteriore conferma di una cultura organizzativa aperta alle famiglie, sentite prima di tutto e in modo profondo come una ricchezza.