Il capitale più grande per le RSA che, al di là delle differenze,
sono tutte attraversate da un “mare di umanità”.
La contenzione dell'anziano con demenza sembra (a volte) essere l'unica via per garantire la sicurezza. Ma è davvero così? O si tratta forse di un alibi che fonda le sue radici su stereotipi e presupposti culturali legati alla vecchiaia? La riflessione di Mauro Cauzer sull'approccio attuale, che privilegia gli aspetti meramente assistenziali, suggerisce una modalità di cura in grado di onorare la valenza umana e i diritti dell'anziano.
Abbiamo chiesto a Luca Lodi, educatore e professionista della cura, quali fossero i suoi desideri per il futuro delle RSA. In questa intervista abbiamo parlato di desideri che vanno oltre questioni contingenti legate ad aspetti più pratici del lavoro, e di desideri che si legano a doppio filo con quelli degli anziani residenti. Un tema ancora poco affrontato, di cui torneremo a parlare anche nei prossimi articoli e su cui verterà il nostro meeting annuale di aprile, dedicato alle professioni della cura.
Franco Iurlaro intervista sul tema dei Bilanci delle RSA Antonio Sebastiano, direttore dell’Osservatorio Settoriale sulle RSA - istituito nel 2006 dal Centro sull’Economia e il Management in Sanità e nel Sociale della LIUC, Università Cattaneo di Castellanza - che con quasi 300 RSA associate, si configura oggi come una delle più strutturate e continuative esperienze di benchmarking economico, organizzativo e gestionale in ambito sociosanitario, sia all’interno del panorama regionale, sia con riferimento a quello nazionale.
Gli autori illustrano gli ingredienti della complessità della relazione tra famiglia di un anziano e residenza sociosanitaria, che è ulteriormente aumentata a causa della pandemia. Sostenere la cooperazione tra famiglia e struttura è uno dei compiti più importanti che hanno oggi gli operatori e l'articolo fornisce alcuni spunti su come è bene muoversi in questa direzione.
In questo breve intervento vengono affrontati i numerosi dilemmi che attraversano le scelte di una collega assistente sociale, socia di Cooperativa Di Vittorio, Direttrice di Rsa. I piani si intersecano o si sovrastano, e spesso lei si trova all’interno di un vortice in cui non sa decidere quale sia la priorità, tirata a destra e sinistra da una coperta sempre troppo corta.
La perdita di autonomia dell’anziano non può essere affrontata esclusivamente a livello individuale: nel passaggio dal domicilio alla RSA la persona resta pur sempre parte di un tessuto familiare e sociale che interagisce con lei in modalità che, andando oltre il mero accudimento, devono preservare la qualità globale della sua vita e di quella della comunità a cui appartiene.
L’aumento dei casi di burnout e stress lavoro-correlato ha coinvolto diverse categorie di lavoratori, primi fra tutti coloro che svolgono professioni di assistenza clinica e relazionale alle persone residenti in RSA.
Essere OSS è un lavoro a volte difficile ed emotivamente faticoso. Ma è un lavoro che regala molto, se sappiamo coglierne i segni. La testimonianza di Delia Arnoldi, OSS da diciotto anni, ci aiuta a cambiare prospettiva sulla professione.
L’aumento dei casi di burnout e stress lavoro-correlato ha coinvolto diverse categorie di lavoratori, primi fra tutti coloro che svolgono professioni di assistenza clinica e relazionale alle persone residenti in RSA.
Rispondere alle carenze messe in evidenza dalla pandemia, guardando al futuro delle RSA e mettendo al centro la tutela dei nostri anziani, e dei soggetti più fragili.