Il capitale più grande per le RSA che, al di là delle differenze,
sono tutte attraversate da un “mare di umanità”.
Cosa fa il fisioterapista in RSA? Come possiamo comprendere il suo ruolo in un contesto così particolare? In quest'articolo la fisioterapista Elisa Zucchi chiarisce l'utilità di questa figura, spesso non adeguatamente compresa.
Al Centro Servizi Albertoni Savioli (ASP di Bologna) l'integrazione sociosanitaria si coltiva turno dopo turno, nella teoria e nella pratica, grazie al contributo originale di ogni professionista e a una comunicazione aperta e costante con famigliari e stakeholder.
Rolando Moises è diventato infermiere per caso, salvo poi scoprire la vocazione nel tempo della guerra civile in Perù. La sua storia e la sua cultura sono intrecciate attorno a un grande valore dato alle relazioni e al contatto con la persona che ha bisogno di assistenza.
L'ingresso in RSA è uno stress profondo per tutti i membri coinvolti e uno spartiacque che segna un "prima" e un "dopo". Quali competenze e consapevolezze sono necessarie ai professionisti della Cura affinché si realizzi un'autentica accoglienza delle famiglie?
Samira, 50 anni, è OSS e ama il proprio lavoro. Nata e cresciuta in Marocco, la cura è sempre stata il suo sogno. Dalle iniziali difficoltà vissute a livello famigliare a una vita lavorativa felice in una RSA italiana, la sua testimonianza ci illumina con semplicità su ciò che può dare più soddisfazione nella cura alle persone anziane.
Anche se l'intenzione può essere dolce, chiamare nonne e nonni gli anziani che vivono in RSA porta con sé alcune implicazioni etiche e sociali che la sociologa Linda Sabbadin ci aiuta a comprendere.
Un dialogo con Stefano Preda, direttore generale di Fondazione Casa Serena di Brembate Sopra (BG), per esplorare il tema del pregiudizio sulle RSA. Come fare a raccontare tutta la complessità dell’RSA, se i canali mainstream decidono di far passare solo un messaggio più semplificato?
Il ruolo dell'educatore in RSA è oggi sempre più centrale per rispondere ai bisogni delle persone, dal momento dell'inserimento in struttura fino all'accompagnamento alla morte. Ma come possiamo descrivere questa figura?
Esistono popoli più adatti di altri alla cura o esistono sguardi diversi sulla cura che devono imparare a comprendersi? La storia di Anna, OSS Bielorussa in Italia da 14 anni, ci aiuta a fare chiarezza.