ANGELA DI GIAIMO

Luoghi di Cura degni delle persone che li abitano

Sogno strutture residenziali degne di ricevere persone che tanto hanno già dato nella loro vita, pensate e costruite anche in base a criteri espressi da chi li dentro ci deve vivere gli ultimi anni della propria vita…

Luoghi belli, oltreché funzionali, perché la bellezza di un luogo, come diceva Gino Strada, è un elemento con il quale si riconosce rispetto e dignità nei confronti di chi deve abitare.

Colori, giardini, piante, essenze profumate, fontane, salotti, camere singole da arredare anche con propri mobili, letti per i famigliari, stanze del silenzio, luoghi dove riposare, dormire, morire in serenità. Luoghi che consentano la socialità e la fusione con il territorio: giardini in comune con gli abitanti del luogo e magari anche con asili nido e scuole per l’infanzia che diventano anche nidi aziendali.

In queste strutture ideali, esiste un’equipe a disposizione di piccoli gruppi di anziani che, a seconda della complessità assistenziale, si arricchisce di operatori con competenze più specifiche.

La parte medica non prevale: il medico funziona come il MMG sul territorio e interviene solo in caso di necessità. Al bisogno, egli, ricorre a specialisti che garantiscono la consulenza all’interno della struttura; allo stesso modo si effettuano esami diagnostici di routine (ecografie fast, rx torace, per esempio) senza spostare l’assistito se non strettamente indispensabile. Ogni residente che necessita di un trasferimento in altra struttura o ospedale viene sempre accompagnato da un operatore o da un famigliare: non è mai solo.

Nelle piccole equipe è presente uno psicologo ed esiste un approccio integrato sui bisogni e desideri dell’assistito: è su questi che si stabiliscono le azioni di Cura.

Attraverso la narrazione, l’ascolto, la vicinanza, come per un puzzle, si raccolgono informazioni per ricostruire la biografia della persona che rappresenta il punto di partenza per la presa in carico.

La famiglia fa parte dell’intero processo di assistenza: viene costantemente coinvolta e integrata nelle azioni a supporto del residente. Ogni assistito/famigliare ha un operatore di riferimento, un supporto costante con il quale confrontarsi e che conosce i percorsi e la storia della Persona in carico.

La Pianificazione Condivisa delle Cure, le Disposizioni Anticipate di Trattamento forniscono indicazioni su come gestire la cronicità e il fine vita e rappresentano un approccio preliminare necessario prima dell’ingresso in struttura.

Le Cure Palliative e il Fine Vita sono gestiti da equipe specializzate che operano sul territorio o all’interno della residenza. La morte è un argomento del quale si parla e sul quale ci si confronta per acquisire desideri, accogliere paure, condividere bisogni: la morte non coglie i professionisti impreparati.

Sogno strutture dove è presente un ufficio per la cura del personale, dove è presente un’équipe di persone competenti che, con creatività e positività, si prendono cura di chi si prende cura.

Nei miei sogni, esiste un operatore addetto a tutte le pratiche amministrative e gestionali dei nuclei così che Infermieri, OSS e tutti gli altri operatori dell’equipe possano concentrarsi solo sull’assistenza ai residenti.

Sogno un personale felice, orgoglioso, soddisfatto che quando descrive il suo luogo di lavoro usa il “NOI”.

Sogno un luogo abitato da persone che, valorizzate e riconosciute, sono la differenza.

Infine, sogno di non dover più sognare quello che ho scritto perché… Si può fare, gli ingredienti ci sono tutti.