In occasione della Giornata della Giustizia Sociale (che ricorre il 20 febbraio), si è svolto presso l’Aula Magna dell’Università Campus Bio-Medico di Roma Accordi che curano: Verso un’Assistenza Domiciliare, Integrata, Sociosanitaria e Sociale, il workshop organizzato dalla Fondazione Alberto Sordi in collaborazione con Regione Lazio.

di Igino Camerota

Oltre la malattia e la disabilità: rivolgiamoci alla persona nella sua interezza

Accordi che curano si è svolto in due distinte tavole rotonde, nel corso delle quali è emersa la necessità di un’assistenza domiciliare sociosanitaria e sociale sempre più integrata, lasciando intendere come questa sia la strada maestra per fornire un supporto completo e coordinato. L’obiettivo è favorire l’unitarietà delle risposte alla domanda di assistenza e cura, con un approccio integrato e focalizzato sulla persona nella sua interezza, non solo sulla sua malattia o disabilità.

L’unità dei bisogni: il focus della prima sessione di Accordi che curano

Nella prima sessione del workshop Accordi che Curano – moderata dal giornalista Francesco Giorgino (Luiss Business School) – i relatori hanno discusso il tema della cura nell’unità dei bisogni e chiarito la possibilità tangibile di una reale integrazione tra assistenza sanitaria e sociale.

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All’incontro hanno partecipato Rossella Savoia (Assessorato Politiche Sociali di Roma Capitale), Luisa Laurelli (Assessora Politiche Sociali e della Salute del Municipio IX), Alberto Ricci (Coordinatore Osservatorio Oasi, Cergas-Università Bocconi), Giuseppe Milanese (Presidente ConfCooperative Sanità), Paola Rizzitano (Delegata Tavolo Tecnico ADI Regione Lazio), Giovanni Capobianco (Direttore UOC Transmurale Geriatria Integrazione Ospedale Territorio-ASLRM2), Elena Megli (Direttore Sanitario Distretto 9 – ASLRM2), Antonio Mastromattei (Direttore del Distretto 8 della ASL Roma 2) e Leonardo Palombi (Segretario Commissione per la Riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana).

Integrare assistenza sanitaria e sociale può ridurne il costo complessivo

Molteplici gli spunti offerti dai relatori, anche di natura economica: un’assistenza sociosanitaria ben integrata, per esempio, consente di migliorare l’efficienza dei servizi e, al tempo stesso, limitare la duplicazione, di ridurre il costo complessivo dell’assistenza sanitaria e sociale.

Cosa si intende con assistenza integrata?

Per assistenza integrata, ad esempio, si intende nel concreto che utenti e caregivers non debbano rivolgersi a molteplici uffici e istituzioni per ottenere l’assistenza di cui hanno bisogno, ma avere un vero Punto unico di accesso, efficiente e attento. Dai dati rilevati nel corso della Call for ideas pre-Workshop emerge con forza che attualmente l’esperienza dei pazienti e dei loro familiari è caratterizzata da un forte stress e da un senso di abbandono.

Offrire risposte unitarie: la seconda sessione di Accordi che curano

Nel corso della seconda sessione il focus è stato posto sull’esperienza di servizi sociosanitari e sociali che, integrati, rappresentano risposte unitarie ai bisogni di cura. Esperienze che mettono in luce come l’assistenza integrata sia possibile, grazie a una forte motivazione e allo spirito di collaborazione.

A questa tavola rotonda – moderata da Daniela Tartaglini (Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico) – hanno partecipato Bianca Di Francesco (Associazione Alberto Sordi), Giancarlo Penza (Comunità Sant’Egidio), Alessia Fiandra (Fondazione Sanità e Ricerca), Leandro Pecchia (Università Campus Bio-Medico di Roma), Chiara Mastroianni (Centro Cure Palliative “Insieme Nella Cura” Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico) e Maria Vittoria Levi De La Vida (Presidente Azione Parkinson Ciociaria).

Su alcuni dei temi trattati, tutti concordi: l’assistenza sociosanitaria integrata può aiutare a prevenire l’ospedalizzazione e la ri-ospedalizzazione dei pazienti poiché ricevono un’assistenza più personalizzata e continua, che può prevenire il peggioramento della loro condizione di salute e la necessità di ospedalizzazione.

L’impegno della Fondazione Alberto Sordi

Soddisfatta Grazia Dalla Torre della Fondazione Alberto Sordi che nel suo intervento – oltre ai ringraziamenti alle istituzioni e alle realtà associative che hanno contribuito alla buona riuscita dell’iniziativa promossa con il contributo della Regione Lazio – ha sottolineato
«… il desiderio della Fondazione Alberto Sordi di accendere i riflettori sui tanti aspetti che riguardano il modo con cui ci prendiamo cura delle persone anziane, permettendo loro di sentirsi parte attiva della collettività e di mantenere una buona qualità di vita, anche grazie al supporto dei servizi sociali, delle associazioni di settore e della collettività».

About the Author: Editrice Dapero

Casa Editrice Indipendente per una cultura condivisa nel settore dell’assistenza agli anziani.

In occasione della Giornata della Giustizia Sociale (che ricorre il 20 febbraio), si è svolto presso l’Aula Magna dell’Università Campus Bio-Medico di Roma Accordi che curano: Verso un’Assistenza Domiciliare, Integrata, Sociosanitaria e Sociale, il workshop organizzato dalla Fondazione Alberto Sordi in collaborazione con Regione Lazio.

di Igino Camerota

Oltre la malattia e la disabilità: rivolgiamoci alla persona nella sua interezza

Accordi che curano si è svolto in due distinte tavole rotonde, nel corso delle quali è emersa la necessità di un’assistenza domiciliare sociosanitaria e sociale sempre più integrata, lasciando intendere come questa sia la strada maestra per fornire un supporto completo e coordinato. L’obiettivo è favorire l’unitarietà delle risposte alla domanda di assistenza e cura, con un approccio integrato e focalizzato sulla persona nella sua interezza, non solo sulla sua malattia o disabilità.

L’unità dei bisogni: il focus della prima sessione di Accordi che curano

Nella prima sessione del workshop Accordi che Curano – moderata dal giornalista Francesco Giorgino (Luiss Business School) – i relatori hanno discusso il tema della cura nell’unità dei bisogni e chiarito la possibilità tangibile di una reale integrazione tra assistenza sanitaria e sociale.

All’incontro hanno partecipato Rossella Savoia (Assessorato Politiche Sociali di Roma Capitale), Luisa Laurelli (Assessora Politiche Sociali e della Salute del Municipio IX), Alberto Ricci (Coordinatore Osservatorio Oasi, Cergas-Università Bocconi), Giuseppe Milanese (Presidente ConfCooperative Sanità), Paola Rizzitano (Delegata Tavolo Tecnico ADI Regione Lazio), Giovanni Capobianco (Direttore UOC Transmurale Geriatria Integrazione Ospedale Territorio-ASLRM2), Elena Megli (Direttore Sanitario Distretto 9 – ASLRM2), Antonio Mastromattei (Direttore del Distretto 8 della ASL Roma 2) e Leonardo Palombi (Segretario Commissione per la Riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana).

Integrare assistenza sanitaria e sociale può ridurne il costo complessivo

Molteplici gli spunti offerti dai relatori, anche di natura economica: un’assistenza sociosanitaria ben integrata, per esempio, consente di migliorare l’efficienza dei servizi e, al tempo stesso, limitare la duplicazione, di ridurre il costo complessivo dell’assistenza sanitaria e sociale.

Cosa si intende con assistenza integrata?

Per assistenza integrata, ad esempio, si intende nel concreto che utenti e caregivers non debbano rivolgersi a molteplici uffici e istituzioni per ottenere l’assistenza di cui hanno bisogno, ma avere un vero Punto unico di accesso, efficiente e attento. Dai dati rilevati nel corso della Call for ideas pre-Workshop emerge con forza che attualmente l’esperienza dei pazienti e dei loro familiari è caratterizzata da un forte stress e da un senso di abbandono.

Offrire risposte unitarie: la seconda sessione di Accordi che curano

Nel corso della seconda sessione il focus è stato posto sull’esperienza di servizi sociosanitari e sociali che, integrati, rappresentano risposte unitarie ai bisogni di cura. Esperienze che mettono in luce come l’assistenza integrata sia possibile, grazie a una forte motivazione e allo spirito di collaborazione.

A questa tavola rotonda – moderata da Daniela Tartaglini (Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico) – hanno partecipato Bianca Di Francesco (Associazione Alberto Sordi), Giancarlo Penza (Comunità Sant’Egidio), Alessia Fiandra (Fondazione Sanità e Ricerca), Leandro Pecchia (Università Campus Bio-Medico di Roma), Chiara Mastroianni (Centro Cure Palliative “Insieme Nella Cura” Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico) e Maria Vittoria Levi De La Vida (Presidente Azione Parkinson Ciociaria).

Su alcuni dei temi trattati, tutti concordi: l’assistenza sociosanitaria integrata può aiutare a prevenire l’ospedalizzazione e la ri-ospedalizzazione dei pazienti poiché ricevono un’assistenza più personalizzata e continua, che può prevenire il peggioramento della loro condizione di salute e la necessità di ospedalizzazione.

L’impegno della Fondazione Alberto Sordi

Soddisfatta Grazia Dalla Torre della Fondazione Alberto Sordi che nel suo intervento – oltre ai ringraziamenti alle istituzioni e alle realtà associative che hanno contribuito alla buona riuscita dell’iniziativa promossa con il contributo della Regione Lazio – ha sottolineato
«… il desiderio della Fondazione Alberto Sordi di accendere i riflettori sui tanti aspetti che riguardano il modo con cui ci prendiamo cura delle persone anziane, permettendo loro di sentirsi parte attiva della collettività e di mantenere una buona qualità di vita, anche grazie al supporto dei servizi sociali, delle associazioni di settore e della collettività».

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