Ossy: una bambola divenuta simbolo di allegria e di resilienza per gli anziani e per gli operatori di Villa Sorriso
A cura di Evelina Loffredi, animatrice di Villa Sorriso di Marano sul Panaro (MO).
In questi due anni dall’inizio della pandemia da Sars-Cov-2, gli operatori del settore socio-sanitario hanno dovuto imparare in fretta a sorridere con gli occhi, a cercare di infondere tranquillità e coraggio ai residenti di cui si prendono cura usando ogni mezzo e assumendo talvolta anche il ruolo di professionisti della cura estetica della persona – come quello di parrucchieri ed estetisti – i quali, successivamente alla pandemia, non sono più potuti entrare liberamente in struttura come facevano prima.
Prendersi prima di tutto cura dei residenti è sacrosanto, ma è altrettanto necessario pensare anche agli operatori, che nei momenti di maggior urgenza si sono dovuti proteggere attraverso pesanti tute in plastica e presidi di sicurezza, e si sono dovuti abituare a convivere quotidianamente con la paura di essere vettori e/o trasmettitori di un nemico invisibile, il virus, convivendo anche con la preoccupazione divisa sui due fronti della casa e del lavoro.
A Villa Sorriso di Marano sul Panaro (MO) è nata così Ossy, un soggetto disegnato attraverso il talento di un’operatrice, Gloria Ricci, che lo ha saputo creare dal nulla. Ossy rappresenta un’operatrice con la una cuffietta colorata, segno distintivo della resilienza dell’équipe di cura, con su una mascherina e con le dita che fanno il segno della vittoria, interamente coperte dai guanti.
Per settimane questo disegno, passato nelle mani dell’animatrice Evelina Loffredi, si è fatto portavoce di frasi motivazionali e di “buongiorno” speciali che apparivano al mattino sulla chat del gruppo aziendale. Queste frasi venivano poi stampate e appese nei vari angoli della struttura, con sfondi colorati e diversi ogni volta.
Visto l’impatto positivo sul gruppo, l’animatrice ha pensato quindi di creare, a partire dal disegno, una bambola imbottita, usando come materia prima proprio uno di quegli odiosi tutoni idrofobici arrivati a fine lavaggi, in modo da trasformare un ricordo negativo in qualcosa di simpatico e carino.
La bambola, disegnata con acrilici, ha le sembianze del disegno che gli operatori si sono abituati a riconoscere ed è diventata la mascotte del gruppo, andando in giro con l’animatrice a strappare sorrisi e selfie con gli operatori. Le è stato assegnato il nome di Ossy, diminutivo di Ossitocina, l’ormone dell’empatia, del contatto e dell’amore, elementi che sono sgorgati in abbondanza in tutta l’équipe di Villa Sorriso durante il periodo pandemico.
Bisogna dire che Ossy fa sorridere e strappa consensi anche tra i residenti della struttura. Alla fine dell’emergenza, un tempo che ci auspichiamo non sarà lontano, questa resterà come un ricordo positivo della forza di volontà e della coesione dell’intero gruppo, determinato a vincere la sfida a suon di sorrisi e positività.
Intanto le foto dei sorrisi strappati dalla bambola Ossy a tutti gli operatori campeggiano in un bel cartellone all’ingresso della struttura, così da ricordare a tutti che:
“Nella vita le cose passano sempre, come in un fiume. Anche le più difficili che ti sembra impossibile superare le superi, e in un attimo te le trovi dietro alle spalle e devi andare avanti. Ti aspettano cose nuove” (Niccolò Ammaniti).
Le buone prassi di Villa Sorriso durante la pandemia sono state raccontate anche in un altro articolo, pubblicato su rivista CURA online:
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Ossy: una bambola divenuta simbolo di allegria e di resilienza per gli anziani e per gli operatori di Villa Sorriso
A cura di Evelina Loffredi, animatrice di Villa Sorriso di Marano sul Panaro (MO).
In questi due anni dall’inizio della pandemia da Sars-Cov-2, gli operatori del settore socio-sanitario hanno dovuto imparare in fretta a sorridere con gli occhi, a cercare di infondere tranquillità e coraggio ai residenti di cui si prendono cura usando ogni mezzo e assumendo talvolta anche il ruolo di professionisti della cura estetica della persona – come quello di parrucchieri ed estetisti – i quali, successivamente alla pandemia, non sono più potuti entrare liberamente in struttura come facevano prima.
Prendersi prima di tutto cura dei residenti è sacrosanto, ma è altrettanto necessario pensare anche agli operatori, che nei momenti di maggior urgenza si sono dovuti proteggere attraverso pesanti tute in plastica e presidi di sicurezza, e si sono dovuti abituare a convivere quotidianamente con la paura di essere vettori e/o trasmettitori di un nemico invisibile, il virus, convivendo anche con la preoccupazione divisa sui due fronti della casa e del lavoro.
A Villa Sorriso di Marano sul Panaro (MO) è nata così Ossy, un soggetto disegnato attraverso il talento di un’operatrice, Gloria Ricci, che lo ha saputo creare dal nulla. Ossy rappresenta un’operatrice con la una cuffietta colorata, segno distintivo della resilienza dell’équipe di cura, con su una mascherina e con le dita che fanno il segno della vittoria, interamente coperte dai guanti.
Per settimane questo disegno, passato nelle mani dell’animatrice Evelina Loffredi, si è fatto portavoce di frasi motivazionali e di “buongiorno” speciali che apparivano al mattino sulla chat del gruppo aziendale. Queste frasi venivano poi stampate e appese nei vari angoli della struttura, con sfondi colorati e diversi ogni volta.
Visto l’impatto positivo sul gruppo, l’animatrice ha pensato quindi di creare, a partire dal disegno, una bambola imbottita, usando come materia prima proprio uno di quegli odiosi tutoni idrofobici arrivati a fine lavaggi, in modo da trasformare un ricordo negativo in qualcosa di simpatico e carino.
La bambola, disegnata con acrilici, ha le sembianze del disegno che gli operatori si sono abituati a riconoscere ed è diventata la mascotte del gruppo, andando in giro con l’animatrice a strappare sorrisi e selfie con gli operatori. Le è stato assegnato il nome di Ossy, diminutivo di Ossitocina, l’ormone dell’empatia, del contatto e dell’amore, elementi che sono sgorgati in abbondanza in tutta l’équipe di Villa Sorriso durante il periodo pandemico.
Bisogna dire che Ossy fa sorridere e strappa consensi anche tra i residenti della struttura. Alla fine dell’emergenza, un tempo che ci auspichiamo non sarà lontano, questa resterà come un ricordo positivo della forza di volontà e della coesione dell’intero gruppo, determinato a vincere la sfida a suon di sorrisi e positività.
Intanto le foto dei sorrisi strappati dalla bambola Ossy a tutti gli operatori campeggiano in un bel cartellone all’ingresso della struttura, così da ricordare a tutti che:
“Nella vita le cose passano sempre, come in un fiume. Anche le più difficili che ti sembra impossibile superare le superi, e in un attimo te le trovi dietro alle spalle e devi andare avanti. Ti aspettano cose nuove” (Niccolò Ammaniti).
Le buone prassi di Villa Sorriso durante la pandemia sono state raccontate anche in un altro articolo, pubblicato su rivista CURA online: