Le organizzazioni felici sono quelle che si prendono cura di ogni aspetto della vita delle persone, anche della qualità dell’aria. Ambienti sani generano benessere e felicità. Quali soluzioni possibili?
Cura dell’aria, qualità della vita e stimolazione delle molecole della felicità
Cosa vuol dire avere cura di una lesione da decubito in un ambiente saturo di cattivo odore? Che influenza ha il cattivo odore nell’accuratezza del gesto, nella capacità di creare relazione? Che impatto ha un odore nella creazione dei meccanismi di fiducia delle famiglie verso l’organizzazione?
Oggi la qualità della vita non può essere solo una questione di gesti. Essa è il risultato di un processo organizzativo che sa avere cura degli ambienti e degli spazi per avere cura delle persone. La cura dell’aria, degli odori, dell’ambiente è parte di quella Bellezza Terapeutica cosi cara al Sente-mente ® modello [1].
Creare un futuro per le Residenze per Anziani così duramente colpite durante la pandemia non solo nel numero di anziani deceduti ma anche nella motivazione, progettualità e identità di cura dei professionisti e nell’immagine collettiva è una delle sfide più importanti da vincere. Dobbiamo fare presto. È urgente. Abbiamo bisogno di organizzazioni felici per i nostri anziani.
Ci sono studi ed esperienze evolute nell’area delle neuroscienze e della cultura organizzativa. È possibile, ponendo attenzione alla qualità dell’aria indoor, non solo aumentare la sicurezza e la qualità della vita, ma anche creare una ricaduta sulle molecole definite dalla scienza della felicità. È possibile ed è doveroso quindi creare progetti interni di miglioramento che non solo creino Cura ma anche benessere individuale ed organizzativo.
“Le nostre ricerche hanno mostrato l’effetto di diversi inquinanti aerodispersi negli spazi chiusi sulla salute polmonare degli anziani che vivono nelle case di cura. Questo è un problema preoccupante poiché la capacità dell’organismo di reagire agli inquinanti atmosferici nocivi diminuisce con l’avanzare dell’età. Le case di cura dovrebbero fare di più per prevenire l’inquinamento dell’aria interna limitandone le fonti e migliorando la ventilazione nei loro edifici.”
Così spiegava la dottoressa Isabella Annesi-Maesano, autrice principale di uno studio pubblicato sull’European Respiratory Journal nel 2015 (EuropeanLung Foundation. “Air quality in nursing homes affecting lung health of residents.” [2]11 Marzo 2015), in tempi non sospetti, in cui ancora non si erano viste le disastrose conseguenze del dilagare del Covid-19 proprio nelle RSA di tutto il mondo.
Il respiro delle organizzazioni felici
Proprio nel 2021 si è fatta strada una certezza nel mondo scientifico: un’adeguata qualità dell’aria interna nelle case di cura è un’esigenza medica insoddisfatta. [3]
A differenza degli ambienti esterni, la qualità dell’aria interna nelle case di cura non è regolamentata dalla legislazione e raramente è monitorata.
Di conseguenza, i residenti delle RSA che trascorrono la stragrande maggioranza del loro tempo al chiuso e a stretto contatto tra di loro, sono esposti agli inquinanti interni per lunghi periodi di tempo e questa esposizione prolungata può influire negativamente su salute, benessere, qualità della vita e sulla costruzione di organizzazioni felici. Questa lunga esposizione a aria non salubre comporta anche l’aumento delle spese mediche a causa di visite e ricoveri ospedalieri per problemi acuti frequenti e non programmati.
Porteremo questa tematica fondamentale anche in Exposanità, la mostra internazionale a servizio della sanità e dell’assistenza, a Bologna dall’11 al 13 maggio 2022. [“Il respiro delle organizzazioni felici“]
La qualità dell’aria di un ambiente chiuso è influenzata da numerosi fattori: l’aria che arriva dall’esterno, la presenza di persone che possono veicolare virus e batteri, come dimostrato dalla pandemia di Covid-19, sorgenti interne specifiche di inquinanti (arredi, materiali di costruzione, colle e vernici, prodotti per la pulizia di persone e ambienti); sistemi per l’aerazione e per la climatizzazione non adeguatamente puliti e manutenuti. Alcuni inquinanti indoor possono raggiungere concentrazioni dalle 2 alle 5 volte superiori rispetto all’esterno, con conseguenze dirette sulla salute sia dal punto di vista respiratorio che cognitivo.
1. Virus e batteri: possono causare malattie o scatenare sintomi di asma e allergie. Virus e batteri oltre a essere portati dalla presenza umana possono insediarsi nel sistema di condizionamento e ventilazione, causando notevoli problemi a ospiti e personale.
2. Mancanza di ventilazione: in una RSA non è sempre possibile aprire le finestre il tempo e il numero di volte necessario per garantire un adeguato ricambio di aria, anche per non incidere sul riscaldamento o sull’aria condizionata.
3. Prodotti per la disinfezione e la cura di ambienti e persone: disinfettanti, medicinali, detergenti specifici, possono immettere negli ambienti chiusi sostanze inquinanti e allergizzanti e contribuire a creare odori forti.
4. Materiali di costruzione e di arredo non certificati: tinte, vernici, collanti, i mobili e gli arredi, rilasciano formaldeide e altri inquinanti nocivi per la salute.
5. Presenza di molte persone: nelle sale comuni e nei momenti dei pasti si possono trovare insieme residenti e operatori anche in spazi ristretti e scarsa ventilazione con un considerevole peggioramento della qualità e salubrità dell’aria.
6. Odori: di cucina, di medicinali, di prodotti per la cura delle persone, disinfettanti per ambienti e superfici.
7. Muffa: se non adeguatamente trattata e igienizzata, la muffa può nascondersi nelle superfici, rilasciando spore che creano problemi respiratori significativi per gli ospiti.
Ambienti in cui le persone permangono a lungo richiedono sistemi di sanificazione sicuri e certificati, che possano rigenerare l’aria in modo continuativo, senza controindicazioni né effetti collaterali per le persone stesse.
La tecnologia Jonix Non Thermal Plasma risponde a queste caratteristiche: agisce costantemente sugli inquinanti, compreso Covid-19, rendendo più salubre l’aria mentre questi spazi sono vissuti.
Ecco perché ti aspetto ad Exposanità il 12 maggio al convegno “Il respiro delle organizzazioni felici“: ideato insieme a Editrice Dapero, ANASTE e l’Associazione di medicina ambientale.
Bibliografia: articoli utili e fonti:
- Indoor environmental quality in social housing with elderly occupants in Spain: Measurement results and retrofit opportunities (qui l’articolo)
- Indoor air pollution in old people’s homes related to some health problems: a survey study (qui l’articolo)
- Europeanrespiratory journal (qui il sito della Rivista Scientifica)
- Indoor air quality, ventilation and respiratory health in elderly residents living in nursing homes in Europe. EuropeanRespiratory Journal, March 2015
- Air quality of nursing homes and its effect on the lung health of elderly residents (qui l’articolo)
- Improvements in air quality may slow down the rate of age-related cognitive decline (qui l’articolo)
- L’impatto di Covid-19 sul settore LTC (Long Time Care, ndr) e il ruolo delle policy: evidenze dall’Italia e dall’estero di Eleonora Perobelli, Sara Berloto, Elisabetta Notarnicola e Andrea Rotolo. Pubblicato in “Le prospettive per il settore ocio-sanitario oltre la pandemia” 3° Rapporto Osservatorio Long Term Care, a cura di Giovanni Fosti Elisabetta Notarnicola Eleonora Perobelli.
Note:
[1] La bellezza disintegra lo stereotipo e toglie la vecchiaia dallo stigma della fatica, dal corpo accartocciato, dal «non capisce più niente» e ci scuote, ci ispira a tirare fuori il nostro meglio nel processo di Cura. – Letizia Espanoli – Per un’organizzazione che cura – Dapero Editrice
[2] https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1586/17476348.2015.1105742
[3] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33401060/
Altri articoli di Letizia Espanoli su CURA online:
- “Come far crescere le organizzazioni sociosanitarie in momenti di crisi: i 4 pilastri che un buon leader deve tenere a mente”
- “Organizzazioni sociosanitarie e cultura dell’errore. Apprendere e disegnare nuovi percorsi a partire dall’incident reporting”
- “Aver cura della persona con demenza: 3 elementi costitutivi e una nuova visione”
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