Un’organizzazione sociosanitaria resiliente si distingue per la sua capacità di mantenere legami con il territorio, nonostante le distanze imposte, ma anche per la competenza adattiva dei professionisti. Però il cuore della resilienza è fatto dalle abilità di comunicazione.

A cura di Rita D’Alfonso (psicologa, Casa Famiglia San Giuseppe di Vimercate) e Cinzia Siviero (Master metodo Validation)

Restare Casa nonostante la pandemia

In questo periodo è stato necessario che le RSA, inizialmente tra le più colpite dalla pandemia, fossero in grado di modificare rapidamente assetti sanitari, assistenziali e organizzativi per fronteggiare il rischio pandemico, ma anche per colmare il vuoto affettivo e la sofferenza degli anziani ospiti, privati per motivi di sicurezza delle visite dei familiari.

Anche nella nostra RSA (Casa Famiglia San Giuseppe di Vimercate) in questi mesi gli operatori di tutti i profili professionali hanno dimostrato flessibilità e creatività nel rendere la Residenza sempre più Casa per ospiti e familiari, sia pure mantenuti in una relazione a distanza.

Si può forse parlare di una vera resilienza organizzativa collettiva, che ha avuto come protagonisti operatori, familiari, ospiti, ma anche l’intera collettività del contesto territoriale in cui la nostra RSA è inserita.

Cosa è la resilienza organizzativa

La resilienza organizzativa è la capacità di un’organizzazione di rispondere al cambiamento in modo efficace, mettendo in atto abilità di fronteggiamento, ma anche sviluppando nuove risorse e opportunità.

La resilienza organizzativa non si improvvisa: si costruisce nel tempo prima della crisi; è frutto dell’identità valoriale, di una Vision aziendale che prevede azioni proattive che creano fiducia, cooperazione, coordinamento tra operatori e utenti dei servizi.

Come avviene in Casa e in famiglia nei momenti difficili occorre restare uniti, stabilire obiettivi, effettuare i cambiamenti necessari, generare fiducia e positività, comunicare e condividere emozioni e sentimenti.

5 caratteristiche di un’organizzazione sociosanitaria resiliente

Nel difficilissimo momento della pandemia e nei mesi successivi nella nostra RSA sono stati intrapresi percorsi che ci sembra possano rientrare pienamente nelle 5 caratteristiche specifiche di un’organizzazione resiliente (E. Martinelli, G. Tagliazzucchi, Resilienza e impresa, 2018):

  • 1) Legame con il territorio: a partire dai primi durissimi mesi del 2020 fino ad oggi non si è mai interrotto il legame con il paese, attraverso una comunicazione trasparente e aggiornata tramite giornali locali, contatti con il Comune, gli enti civili e religiosi, le Associazioni.
  • 2) Competenza adattiva: sono stati rimodulati i profili professionali, ristrutturati gli spazi e creati nuovi ambienti; appena possibile è stato riaperto il Centro Diurno con una nuova formula che prevede tre modalità di servizio: in presenza per alcuni anziani, in remoto per molti altri, integrato con visite domiciliari.
  • 3) Capacità di coordinamento: il lavoro di “squadra” è stato determinante; frequenti le riunioni multidisciplinari per valutare il rischio interno e trovare nuove soluzioni con costanti screening di operatori e ospiti, screening che proseguono anche dopo la vaccinazione;
  • 4) Supporto emotivo e Narrazione degli eventi: è stato realizzato nel mese di giugno 2020 un importante evento commemorativo, con raccolta di pensieri e lettere degli operatori; sono state svolte interviste a distanza di tempo, e anche un’indagine sul benessere in azienda, nonché una raccolta di testimonianze di familiari e volontari, tutto raccolto nel giornale periodico, divenuto un libro, della Casa;
  • 5) Abilità di comunicazione: in periodo di emergenza sono state predisposte continue chiamate tra operatori sanitari e famiglie, uno sportello di informazioni per situazioni non in acuto, costante è stata la disponibilità al dialogo telefonico, con presenza di operatori dedicati per video chiamate; è stata creata, per consentire la relazione in sicurezza tra ospiti e familiari, dal mese di dicembre, la Stanza degli Abbracci, molto richiesta e frequentata.

Comunicazione: cuore della resilienza

È proprio la comunicazione il cuore della capacità di resilienza. Ciò che può colmare la sofferenza, facilitando la trasformazione della struttura in Casa, è la capacità da parte delle persone di ascoltarsi autenticamente interessate, di accogliere i sentimenti dolorosi vincendo la tentazione di negarli. Rendere partecipe l’altro di un nostro sentire risponde ad un bisogno umano fondamentale e una reazione calda, che riconosce il valore di quel sentire, è già guarigione.


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