I film sulla vecchiaia contenuti nel libro “La stagione del raccolto” sono raccontati in modo schietto e competente da due autori esperti del settore dell’assistenza agli anziani e un critico cinematografico.
Ci sono molti modi per nutrire le nostre menti, le nostre anime: comprare un libro che non vedi l’ora di iniziare, andare a un concerto, regalarti una giornata di immersione nella natura. Privilegi, momenti magici, cose che fai assaporando l’appagamento che ne deriverà. Trovo che una tra queste forme di nutrimento sia il cinema. Lo adoro. Che serata quella in cui ti accomodi su una poltrona avvolgente, al caldo, in una atmosfera piacevole, dove in sala ci sono persone interessate a quel film come te. Che serata quando in famiglia si decide di guardare tutti insieme un film.
Mi incuriosì molto l’amico e collega Mosetti d’Henry quando mi confidò che lui e altri due autori, Cauzer e Viezzoli, stavano lavorando a questo libro: La stagione del raccolto. Il cinema come strumento per comprendere la vecchiaia (Editrice Dapero, 2021).
La struttura del libro
Un lavoro certamente paziente e meticoloso, una sintesi di tante proiezioni, frutto di una iniziativa culturale iniziata nel 2004, a Trieste, e che ha a che fare con la vecchiaia. L’iniziativa cinematografica fu quella di selezionare film di ogni nazionalità che affrontassero i veri temi della vecchiaia, senza cadere nel sentimentalismo; che lasciassero trasparire la realtà delle cose e stimolassero soprattutto riflessioni, dibattiti, cammini.
Nel libro troviamo una scheda per ogni film articolata in tre parti: alcune parole chiave che anticipano gli argomenti trattati e che ci permettono un utilizzo tematico del libro; una breve recensione, qualche parola sul regista, sugli attori, curiosità di vario tipo e critiche obiettive, fatte da chi di film ne sa, anche perché i film scelti non sempre hanno significato e valore artistico, visto che sono stati scelti per un altro scopo. Infine c’è il commento, un approfondimento che ci spinge alla riflessione, frutto di tante riflessioni. Un libro educativo, per tutti, dove trovi indicazioni, critiche e suggerimenti su pellicole come Le balene d’agosto, che sembrano essere state girate con il preciso intento di far conoscere il mondo della vecchiaia.
Ma può il cinema aiutare a invecchiare bene?
Sembrerebbe questo uno degli scopi di questo scritto: movimentare il pensiero della gente comune, affinché della vecchiaia se ne parli e affinché le caratteristiche della vecchiaia – bella, brutta, in salute o no, facile, difficile, in solitudine o in allegria – possano essere viste, così come sono e aiutarci a stare bene con noi stessi per invecchiare bene (ci ha già parlato di questo Laura Ferro, nel suo articolo «Come si può invecchiare bene grazie al cinema?).
Gli stereotipi legati a questa fase della vita sono molti come ben sappiamo e combatterli con la cultura è sembrato a questi tre autori la cosa giusta da fare. Durante un interessante webinar (che si può rivedere a questo link) in cui ho avuto la fortuna di ascoltarli, si diceva a un certo punto che sentirsi dire per esempio «Sei vecchio» troppo spesso si trasforma in un Sentirsi vecchio.
Sarebbe fantastico, aggiungerei, se non sentissimo il bisogno di metterci quella nota negativa nella parola vecchio. Vecchio è colui che ha vissuto. La vecchiaia è saggezza, è libertà di esprimere con maggior chiarezza i propri pensieri, poiché sganciata da ricatti e condizionamenti, è raccolto.
La stagione del raccolto. I protagonisti dei film analizzati in questo utile testo spesso raccolgono roba amara, perché non sono perfetti, sono come siamo tutti noi. È dura mandare giù una vecchiaia in solitudine se non si è appresa l’arte dello stare bene con sé stessi; è dura mandare giù la dipendenza da altri se si è incastrati nell’orgoglio; è dura dire grazie o ti voglio bene se non lo si è mai fatto prima.
Molte cose sono dure. Utilizzare la narrazione cinematografica come viaggio simbolico per ritrovarsi, per ripensarsi, per farne scaturire un dialogo, con noi stessi prima di tutto, può gettare le basi di un percorso di consapevolezza, di crescita interiore; e non è interessante solo per chi ha già raggiunto l’epoca dei capelli bianchi, ma è interessante per tutti. Mi piace pensare che in questa fase della vita vi sia ancora la possibilità dell’apprendimento, del cambiamento e sia ancora possibile aggiustare vecchie cose in sospeso.
I temi trattati
Nella lettura troveremo temi straordinariamente importanti come quello della libertà, così spesso negata col pretesto della protezione, del ricovero in struttura accompagnato dagli imbrogli dei familiari (“Ti troverai bene come a casa tua!”, pag. 107), della relazione tra moglie e marito da anziani, fatta di parole crude e sincere. C’è il tema tanto attuale della demenza, come in Florida di Philippe Le Guay, un film poco conosciuto, in cui viviamo lo smarrimento della persona anziana tra lucidità e insulti.
A proposito di demenza, ho chiesto un giorno a Francesco Mosetti, mio collega nel percorso di formazione Validation: «Il metodo Validation® ti è stato utile nella conduzione dei dibattiti dopo le proiezioni dei film? Se sì, come?». E lui mi ha risposto:
«Il metodo Validation è un faro che mi accompagna, lo strumento per eccellenza di conduzione dei dibattiti dopo le proiezioni. Negli anni con Validation ho appreso quanto è fondamentale andare in profondità, andare oltre la superficie, scrutare le caratteristiche comportamentali, cercando di svelare i bisogni, i percorsi esistenziali e i conflitti che le persone si portano appresso. Inoltre ho imparato che solo usando un approccio empatico mi posso sentire autorizzato a parlare di una fase della vita che non conosco per esperienza».
Troviamo nel testo mille occasioni, mille stimoli se li vogliamo cogliere; storie, avvenimenti, frasi che ci rimangono dentro. Una di queste è rimasta con prepotenza dentro di me:
«Siamo la somma di tutto quello che è successo prima di noi, di tutto quello che è accaduto davanti ai nostri occhi, di tutto quello che ci è stato fatto. Siamo ogni persona, ogni cosa la cui esistenza ci abbia influenzato o che la nostra esistenza abbia influenzato, siamo tutto ciò che accade dopo che non esistiamo più e ciò che non sarebbe accaduto se non fossimo mai esistiti» (pag. 41).
I titoli dei film sulla vecchiaia presenti nel libro
A
Adorabile nemica
Advanced Style – Le signore dello stile
A Lady in Paris
A proposito di Schmidt
A Simple Life
Almanya – La mia famiglia va in Germania
Another Year
Away from Her – Lontano da lei
B
Buon Natale… buon anno
C
Caccia alle farfalle
Camilla
D
Dad – Papà
Di nuovo in gioco
Due irresistibili brontoloni
E
E se vivessimo tutti insieme?
El cochecito – La vetturetta
F
Florida
G
Grazie di tutto
H
Harold e Maude
I
Il cammino per Santiago
Il figlio della sposa
Il matrimonio che vorrei
Il vecchio e il mare
Il vento del perdono
In viaggio con Evie
In viaggio verso Bountiful (The Trip to Bountiful
Intramontabile effervescenza
Iris – Un amore vero
K
Kolya
L
La casa del sorriso
La famiglia Savage
La finestra di fronte
La tenerezza
Ladies in Lavender
Le balene d’agosto
Le pagine della nostra vita
Le Week-End
Lo stagista inaspettato
M
Mai così vicini
Mar Nero
Marigold Hotel
Mister Morgan
N
Nebraska
Nelly e Mr. Arnaud
Nestore, l’ultima corsa
Non è mai troppo tardi
P
Parenti serpenti
Philomena
Poetry
Providence
Q
Quartet
R
Ricomincio da me
Ritorno a casa
Ritorno al Marigold Hotel
Ruth & Alex – L’amore cerca casa
S
Settimo cielo
Sostiene Pereira
St. Vincent
Stanno tutti bene
T
The Last Station
Tutto può succedere (Something’s Gotta Give)
Tutto quello che vuoi
U
Un’altra giovinezza
Un’estate in Provenza
Una canzone per Marion
Una domenica in campagna
Una fragile armonia
Una storia vera
V
Vuoti a rendere (Vratné lahve)
Li avete visti tutti? Ci sono altri titoli di cui volete suggerire una recensione? Scrivetelo nei commenti!
Ricordiamo che il libro è stato recensito anche dalla rivista Altraetà. Leggi l’articolo: «La stagione del raccolto o come invecchiare bene col cinema».
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