L’obesità sarcopenica è una condizione frequentemente associata all’invecchiamento, con effetti dannosi sulla salute della persona anziana. Scopriamo di cosa si tratta e le più efficaci strategie per prevenirla e contrastarla

La popolazione mondiale sta invecchiando. Parallelamente, in linea con l’invecchiamento della popolazione, sta aumentando anche in modo rapido la prevalenza di malattie croniche (come diabete di tipo II, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, ecc.) e contestualmente di limitazioni fisiche (che comportano la mancanza di autonomia nell’esecuzione di semplici attività della vita quotidiana).

Un contributo importante alle limitazioni fisiche è dato sicuramente dalla riduzione della massa muscolare scheletrica con il progredire dell’età, accompagnata dalla compromissione della funzione muscolare scheletrica, definita Sarcopenia. D’altra parte anche l’obesità, intesa come aumento della massa grassa, compromette significativamente la qualità muscolare e riduce l’abilità fisica oltre ad essere un fattore di rischio di molte malattie croniche, cardiovascolari e metaboliche.

In particolare, la coesistenza, in un soggetto, di sarcopenia e obesità viene definita con il termine di obesità sarcopenica, una condizione tendenzialmente associata al progredire dell’età, con effetti ancora più dannosi sia in termini di limitazioni fisiche che in termini di rischio di disturbi metabolici, la cui diagnosi dovrebbe sempre derivare dall’impiego di una combinazione di metodi che consentano di valutare il grasso corporeo, la massa muscolare scheletrica e la forza muscolare.

Invecchiamento e principali cambiamenti nella composizione corporea

L’invecchiamento è fortemente correlato a cambiamenti nella composizione corporea, tra i quali rientrano sia la perdita della massa muscolare scheletrica sia l’aumento del tessuto adiposo.

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La massa muscolare scheletrica comincia a diminuire già dall’età di 30 anni, con perdite più significative dopo i 65 anni e ancora dopo gli 80 anni. Questo graduale declino è accompagnato dalla perdita della forza muscolare e delle prestazioni fisiche, che è definita appunto sarcopenia, la quale è parzialmente legata a bassi livelli di attività fisica e a inadeguato apporto nutrizionale, spesso riscontrati nei soggetti anziani, oltre ad essere determinata anche da diversi altri cambiamenti legati all’età, come disturbi endocrini, disfunzione mitocondriale e malattie neurodegenerative, a cui si aggiungono altri fattori importanti come disturbi della coordinazione motoria, infiltrazione di grasso a livello muscolare e ridotta capacità aerobica del muscolo scheletrico.

Relativamente al tessuto adiposo, invece, al contrario della massa muscolare, a partire generalmente dai 65 anni si osserva un aumento della massa grassa, che interessa principalmente il grasso viscerale, altamente associato all’obesità e, di conseguenza, al rischio di sviluppare diabete mellito di tipo II, cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosa e alcune forme tumorali, che contribuiscono a ridurre la qualità della vita e a determinare mortalità prematura.

L’obesità è causata principalmente da uno squilibrio tra apporto energetico e dispendio energetico: un elevato apporto calorico e bassi livelli di attività fisica potrebbero pertanto contribuire in larga misura al suo sviluppo. Inoltre, la riduzione della capacità ossidativa causata dalla riduzione della massa muscolare scheletrica o dalla ridotta funzione mitocondriale nell’anziano può a sua volta contribuire all’accumulo di grasso nel corpo e all’interno, in particolare, del muscolo scheletrico.

Infine, i cambiamenti ormonali, come una diminuzione dell’ormone della crescita e della secrezione di testosterone, una ridotta reattività dell’ormone tiroideo e la resistenza alla leptina, comunemente osservati con il progredire dell’età, potrebbero contribuire allo sviluppo dell’obesità.

Obesità sarcopenica: principali cause e conseguenze

Sarcopenia e obesità presentano numerosi fattori di rischio comuni, quali il più basso dispendio energetico con l’età, risultato di una più ridotta attività fisica, così come un metabolismo basale più basso, determinato dalla perdita della massa magra e dal contestuale aumento della massa grassa.

A questi fattori si aggiungono cambiamenti fisiologici legati all’età a livello ormonale, vascolare e immunologico. Alle cause simili alla base di queste due condizioni, si aggiunge il fatto che le conseguenze fisiologiche dell’obesità sono esse stesse fattori di rischio per lo sviluppo di sarcopenia: non sorprende quindi molto che le due condizioni spesso coesistano, specialmente nell’anziano.

Dieta inadeguata: un importante fattore di rischio per gli anziani

I cambiamenti nella composizione corporea sono spesso ulteriormente aggravati dall’inadeguato apporto di macronutrienti, in particolare di proteine, con la dieta.

Una percentuale significativa di anziani (circa il 10-25%) assume meno di 0,8 g/kg/die di proteine (RDA). Questo fenomeno dipende da diversi fattori, tra i quali: ridotto fabbisogno energetico; difficoltà nell’acquisizione e preparazione del cibo; patologie, cambiamenti neurosensoriali, alterazione dell’appetito, scarsa dentizione; cambiamenti nelle preferenze alimentari con l’invecchiamento, che portano a ridurre l’assunzione di cibi ricchi di proteine (in genere anche più costosi), a favore di cibi ricchi di carboidrati e grassi (questo spiega dunque la possibile coesistenza di un apporto proteico ridotto ed un apporto energetico complessivo elevato); insicurezza alimentare.

A questi fattori si aggiunge, infine, la riduzione, con l’invecchiamento, della funzionalità gastrointestinale, che comporta difficoltà nella digestione e assimilazione delle proteine da parte del tubo digerente.

Esercizio fisico e alimentazione sana come contromisura all’obesità sarcopenica

Sebbene alcune cause e conseguenze di obesità sarcopenica non siano state ancora completamente chiarite, per molte di esse, strettamente correlate, si sono rivelate necessarie ed efficaci delle strategie combinate di esercizio fisico ed alimentazione, per raggiungere tre obiettivi fondamentali:

1) riduzione del peso corporeo e, in particolare, della massa grassa;

2) preservazione o aumento della massa muscolare, della forza muscolare e dell’abilità fisica;

3) miglioramento del profilo metabolico e dello stato di infiammazione legati alla deposizione del grasso.

Quale esercizio-terapia scegliere?

È stato ampiamente riscontrato che l’esercizio fisico rappresenta una strategia efficace, per la prevenzione e il trattamento di obesità e sarcopenia, quest’ultima in particolare attraverso il miglioramento della massa muscolare, della forza muscolare e delle prestazioni fisiche in generale negli anziani.

In primo luogo, l’esercizio fisico svolge un ruolo importante nella regolazione del bilancio energetico e per questo motivo è spesso un componente, in combinazione con una dieta ipocalorica, di strategie che mirano alla perdita di peso corporeo e massa grassa nei soggetti obesi.  

Allo stesso tempo, l’esercizio fisico è in grado di migliorare le abilità fisiche, come ad esempio la forza dell’impugnatura, la velocità dell’andatura, l’equilibrio e la capacità aerobica, sia negli anziani sarcopenici che negli anziani obesi. Infine, l’esercizio fisico è, insieme all’alimentazione, il principale stimolo anabolico che induce, come risposta, la sintesi delle proteine ​​muscolari.

Nello specifico, una combinazione di esercizio di forza ed esercizio aerobico è riconosciuta come un’importante strategia per preservare e/o migliorare la massa e la funzionalità muscolare, garantendo al tempo stesso una moderata perdita di peso corporeo, in particolare di massa grassa, nei soggetti con obesità sarcopenica.

Il primo, in particolare, allenando i muscoli contro una resistenza progressivamente aumentata all’aumentare della forza, è in grado di migliorare le prestazioni fisiche degli anziani, anche nello svolgimento di semplici attività quotidiane, come camminare, salire le scale, alzarsi dalla sedia, contrastando la perdita di massa magra e determinandone, in alcuni casi, addirittura un lieve aumento nel tempo.

Il secondo, invece, è in grado di migliorare la funzionalità cardiorespiratoria nei soggetti obesi, riducendo affaticamento e disabilità e portando ad una progressiva riduzione del peso corporeo, se abbinato ad una restrizione calorica.

Sono consigliabili 30 minuti al giorno di esercizio aerobico, ad un livello sicuro e tollerato per il singolo soggetto, a cui abbinare 2-3 sessioni alla settimana, della durata di almeno 10-15 minuti, di allenamento progressivo di forza.

Le strategie nutrizionali per contrastare l’obesità sarcopenica

Le strategie nutrizionali per contrastare l’obesità sarcopenica dovrebbero sia garantire un apporto ottimale di nutrienti, in particolare di proteine, in modo tale da prevenire la perdita di massa muscolare, sia garantire un apporto energico complessivo adeguato, al fine di ridurre il peso corporeo, in particolare l’eccesso di massa grassa.

Negli anziani la gestione del peso deve essere affrontata con grande cura, in quanto elevate restrizioni caloriche potrebbero esacerbare la perdita di massa muscolare. Pertanto, nella gestione di soggetti con obesità sarcopenica si consiglia una moderata restrizione energetica di 500-750 kcal/die, che comporti una perdita di peso di 0,5-1 kg/settimana o una perdita del8-10% rispetto al peso iniziale, dopo 6 mesi di trattamento, garantendo al contempo un apporto proteico di almeno 1,0 – 1,2 g/kg di peso corporeo al giorno, al fine di preservare la massa muscolare e compensare la resistenza anabolica presente nei soggetti con obesità sarcopenica, specialmente se sottoposti a periodi di deficit energetico, arrivando ad apporti di 1,5 g/kg di peso corporeo in presenza di determinate patologie acute o croniche.

Quali proteine e quando assumerle?

A proposito di proteine, la tipologia e la composizione in aminoacidi sono altrettanto importanti per favorire la preservazione della massa muscolare, specialmente durante una perdita di peso. In particolare, le proteine del siero del latte si sono rivelate le più efficaci in questo senso, sia per la loro rapida digestione e cinetica di assorbimento, sia per l’alto contenuto di leucina, che favorisce e migliora la sintesi proteica muscolare post-prandiale negli anziani. Complessivamente, è dimostrato che le proteine animali sembrano essere più efficaci nello stimolare la sintesi proteica, rispetto alle proteine vegetali.

Inoltre, anche i tempi di assunzione delle proteine sono altrettanto importanti al fine di promuovere in modo ottimale la sintesi proteica muscolare: una distribuzione uniforme dell’assunzione delle proteine, ogni 3-4 ore nell’arco della giornata (da 25 a 30 g per pasto, con un contenuto da 2,5 a 2,8 g di leucina, eventualmente attraverso anche la somministrazione, se necessaria a raggiungere tali apporti, di alimenti a fini medici speciali), ha comportato dei tassi di sintesi proteica più elevati ed è stata associata a maggiori massa e forza muscolare e migliori prestazioni fisiche, senza contare che l’adeguato frazionamento dei pasti nella giornata può servire a indurre un maggior senso di sazietà, prevenendo l’assunzione di cibo in eccesso e quindi riducendo il rischio di obesità.

Altre supplementazioni raccomandate

Vitamina D. Per ridurre al minimo l’effetto della perdita di peso, necessaria in soggetti con obesità sarcopenica, sul metabolismo osseo e contrastare la carenza di vitamina D, frequentemente osservata negli anziani e correlata a ridotta forza e massa muscolare, andatura rallentata, alterazioni dell’equilibrio e conseguente aumentato rischio di cadute, è raccomandabile una supplementazione di almeno 800/1000 UI di Vitamina D al giorno (specialmente nei periodi invernali, quando è ridotta l’esposizione al sole), al fine di mantenere i suoi livelli sierici ≥30 ng/ml.

Antiossidanti. Essendo lo stress ossidativo alla base dell’eziologia dell’obesità sarcopenica, si considera importante, per contrastarlo, l’apporto di antiossidanti esogeni con la dieta, come selenio, carotenoidi, tocoferoli, flavonoidi,ecc. raccomandando un’elevata assunzione di frutta e ortaggi, frutta secca, semi e cereali integrali e un ridotto apporto di grassi saturi, che si traducono nell’aderenza al modello alimentare della Dieta Mediterranea.

Acidi grassi omega 3. Anche gli acidi grassi omega 3 si sono dimostrati potenti agenti anti-infiammatori; la loro assunzione con la dieta, inoltre, è stata associata ad un miglioramento della funzionalità muscolare.

β-idrossi-β-metilbutirrato (β-HMB). Un’integrazione di β-HMB (derivato della leucina), in combinazione all’esercizio fisico, può a sua volta preservare la massa e migliorare la funzionalità muscolare, in particolare aumentando la capacità rigenerativa del muscolo scheletrico dopo l’esercizio fisico ad alta intensità e attenuando i markers di danno muscolare scheletrico.

Creatina. L’eventuale supplementazione con creatina può essere utile, specialmente nei soggetti carenti o a rischio di carenza, per sintetizzare e mantenere adeguati livelli di ATP per la contrazione muscolare.

Conclusioni

Considerando l’elevato rischio di esiti negativi per la salute, è importante mettere in atto interventi efficaci che possano contrastare l’obesità sarcopenica.

Nonostante le difficoltà nella sua definizione e diagnosi, l’approccio più promettente, ad oggi, sembrerebbe essere una strategia combinata di esercizio fisico e intervento nutrizionale, che comprenda dunque esercizi di forza ed aerobici combinati, unitamente ad un approccio nutrizionale mirato alla perdita moderata e controllata di peso corporeo, in particolare di massa grassa, favorendo al contempo un’adeguata assunzione di proteine, per preservare la massa magra.

L’obesità sarcopenica è una condizione altamente multifattoriale, che richiede un approccio multi-target: arrivare ad una sua unica definizione ampiamente accettata e alla determinazione di valori limite per la sua diagnosi sarà il prerequisito essenziale per consentire alla ricerca di proseguire nello studio delle strategie di prevenzione e trattamento, estendendo inoltre il campo di studio ed intervento a soggetti di tutte le età, in cui sia presente una condizione di   che possa compromettere la funzionalità muscolare.

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