Una nuova visione
I potenti di Stato conoscono le RSA e il sociosanitario? No, i pochi che ne conoscono l’esistenza credono che sia il parente povero della Sanità e a noi non resta che pensare, come don Abbondio, che non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s’era dunque accorto di essere, in quella società, come un vaso di terracotta costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro.
Il buio che avvolge il settore sociosanitario nasconde i pochi che tentano di valorizzarlo. Senza una vera rappresentanza, si rivolgono in ordine sparso ai policy maker che, massimamente divisi, fanno comunque intendere che investiranno solo sulla sanità.
Assenza dello Stato e norme regionali tutte diverse, dipendenza economica dall’accreditamento e pregiudizi sullo sviluppo del mercato privato sono alcuni dei problemi di un mondo che, nella crisi pandemica, ha subito il colpo fatale dell’utilizzo improprio delle RSA.
La situazione ci disarma e allontana il progetto di investimento su strutture innovative soddisfacenti.
Dobbiamo ribaltare il rischio dall’emarginazione e del generale disinteresse che ci lascia senza soldi e senza obiettivi. Lanciamo un grido d’allarme e una “chiamata alle armi”: chi ha a cuore settore sociosanitario si metta d’impegno!
Dobbiamo poterci contrapporre ai “vasi di ferro” e ottenere un più integrale rispetto della salute di tutti i cittadini, i giovani e i vecchi. Ecco nell’immagine a lato i nostri vasi di coccio… quanta nobiltà in quegli occhi e quanta forza ci infonde lo sguardo di chi rinnova la sua vita “prendendosi cura” di un vaso di coccio.
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