Il volume Non sono più io è frutto dell’esperienza di due psicologhe e un geriatra legati da una sfida comune: riuscire a superare vecchie idee e antichi tabù sull’invecchiamento. 

D. Come nasce l’idea di questo libro?

L’idea del libro nasce dal cercare di decifrare la complessità di reazioni, emozioni, vissuti e dal tentativo di trovare le parole per descrivere il lutto e renderlo meno spaventoso. Si propone il concetto di lutto come un insieme di molteplici dimensioni che toccano la vita di ognuno a partire dalla percezione di una perdita, reale ma anche simbolica, di una parte di sé e della propria vita relazionale. l lutto nella demenza vuole essere inoltre un riferimento teorico e operativo essenziale per aiutare coloro che vivono e assistono: l’idea di un percorso nel tempo, a partire dalla diagnosi e fino a tutte le tappe che ne segnano le inevitabili perdite e il tempo che rimane.

D. A chi è rivolto?

Il testo è indicato ai professionisti che, operando a diverso titolo nell’area anziani, desiderano approfondire alcuni aspetti legati alla dimensione del lutto e dell’accompagnamento alla fine della vita. In modo particolare è rivolto a quelle professioni d’aiuto che hanno il compito di addentrarsi nei meandri delle emozioni e delle complesse relazioni tra gli anziani e le famiglie: psicologi, assistenti sociali, educatori, coordinatori, ma anche infermieri e operatori assistenziali che possano assistere in strutture residenziali o centri diurni.

Il testo fornisce chiavi di lettura e consigli pratici anche per tutti coloro che seguono a domicilio anziani e persone con demenza: assistenti privati, operatori domiciliari, volontari ma anche gli stessi familiari, grazie ad un linguaggio semplice e facilmente comprensibile.

D. Perché c’è bisogno di affrontare la tematica del lutto?

Il bisogno nasce dalla necessità di dare una forma a ciò che si vive, spesso con paura, confusione, incertezza, quando la malattia e la morte sopraggiungono. È necessario conoscere le conseguenze delle perdite irreversibili che si verificano in queste situazioni, sia nell’invecchiamento «nella norma», sia in quello «patologico». Sono perdite reciproche che interessano sia l’assistito sia chi assiste.Assistere un anziano con demenza comporta un percorso di perdite progressive e di ferite, spesso invisibili ai familiari, ma in grado di lasciare cicatrici indelebili se non riconosciute adeguatamente. Pensiamo pertanto che addentrarsi in questi oscuri e tortuosi sentieri della vita possa essere un primo passo importante per chi assistiamo, per un nostro caro, per noi stessi: saper riconoscere per poter gestire con maggior competenza ciò che non potrà più essere uguale a prima.

Acquisire per la gestione del lutto diventa un bagaglio prezioso per far fronte al lungo e tortuoso percorso di cura e di vita, cercando modalità più funzionali per sopravvivere al dolore e alle sfide dell’esistenza.

D. Qual è il messaggio positivo di questo testo?

Il volume fornisce una lettura positiva della persona, anziano o caregiver, come individuo ancora in grado di essere resiliente, anche nella situazione di lutto e di perdita, mostrando capacità e risorse per poter far fronte alle sfide della vita.
Il concetto chiave è la capacità di resilienza in grado di favorire un buon adattamento anche a situazioni stressanti o particolarmente difficili per la persona, come ad esempio una grave malattia. Pertanto, gli autori hanno voluto valorizzare le numerose risorse e le strategie utili nel gestire le emozioni. La sfida della malattia e della morte è assunta non solo come limite ma soprattutto come opportunità per ridisegnare un significato alle mappe simboliche e relazionali che mantengono unite le persone, che danno senso al vivere.

Il messaggio ultimo del volume è quello di ricordare a tutti noi che si può trovare un nuovo senso anche nell’ineluttabile, permettendo un sentire nuovo e fiducioso. La normalità è quella di essere uomini e donne capaci di vivere nonostante la perdita, capaci di trovare dignità anche nel morire, o sollievo nella ferita, sapendo di non essere mai realmente soli.

Scopri il libro: Clicca qui

 

About the Author: Elisa Mencacci

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Psicologa clinica, tanatologa e autrice del libro "Non sono più io. Come fronteggiare l'interminabile lutto nella demenza" (Editrice Dapero, 2020).

Il volume Non sono più io è frutto dell’esperienza di due psicologhe e un geriatra legati da una sfida comune: riuscire a superare vecchie idee e antichi tabù sull’invecchiamento. 

D. Come nasce l’idea di questo libro?

L’idea del libro nasce dal cercare di decifrare la complessità di reazioni, emozioni, vissuti e dal tentativo di trovare le parole per descrivere il lutto e renderlo meno spaventoso. Si propone il concetto di lutto come un insieme di molteplici dimensioni che toccano la vita di ognuno a partire dalla percezione di una perdita, reale ma anche simbolica, di una parte di sé e della propria vita relazionale. l lutto nella demenza vuole essere inoltre un riferimento teorico e operativo essenziale per aiutare coloro che vivono e assistono: l’idea di un percorso nel tempo, a partire dalla diagnosi e fino a tutte le tappe che ne segnano le inevitabili perdite e il tempo che rimane.

D. A chi è rivolto?

Il testo è indicato ai professionisti che, operando a diverso titolo nell’area anziani, desiderano approfondire alcuni aspetti legati alla dimensione del lutto e dell’accompagnamento alla fine della vita. In modo particolare è rivolto a quelle professioni d’aiuto che hanno il compito di addentrarsi nei meandri delle emozioni e delle complesse relazioni tra gli anziani e le famiglie: psicologi, assistenti sociali, educatori, coordinatori, ma anche infermieri e operatori assistenziali che possano assistere in strutture residenziali o centri diurni.

Il testo fornisce chiavi di lettura e consigli pratici anche per tutti coloro che seguono a domicilio anziani e persone con demenza: assistenti privati, operatori domiciliari, volontari ma anche gli stessi familiari, grazie ad un linguaggio semplice e facilmente comprensibile.

D. Perché c’è bisogno di affrontare la tematica del lutto?

Il bisogno nasce dalla necessità di dare una forma a ciò che si vive, spesso con paura, confusione, incertezza, quando la malattia e la morte sopraggiungono. È necessario conoscere le conseguenze delle perdite irreversibili che si verificano in queste situazioni, sia nell’invecchiamento «nella norma», sia in quello «patologico». Sono perdite reciproche che interessano sia l’assistito sia chi assiste.Assistere un anziano con demenza comporta un percorso di perdite progressive e di ferite, spesso invisibili ai familiari, ma in grado di lasciare cicatrici indelebili se non riconosciute adeguatamente. Pensiamo pertanto che addentrarsi in questi oscuri e tortuosi sentieri della vita possa essere un primo passo importante per chi assistiamo, per un nostro caro, per noi stessi: saper riconoscere per poter gestire con maggior competenza ciò che non potrà più essere uguale a prima.

Acquisire per la gestione del lutto diventa un bagaglio prezioso per far fronte al lungo e tortuoso percorso di cura e di vita, cercando modalità più funzionali per sopravvivere al dolore e alle sfide dell’esistenza.

D. Qual è il messaggio positivo di questo testo?

Il volume fornisce una lettura positiva della persona, anziano o caregiver, come individuo ancora in grado di essere resiliente, anche nella situazione di lutto e di perdita, mostrando capacità e risorse per poter far fronte alle sfide della vita.
Il concetto chiave è la capacità di resilienza in grado di favorire un buon adattamento anche a situazioni stressanti o particolarmente difficili per la persona, come ad esempio una grave malattia. Pertanto, gli autori hanno voluto valorizzare le numerose risorse e le strategie utili nel gestire le emozioni. La sfida della malattia e della morte è assunta non solo come limite ma soprattutto come opportunità per ridisegnare un significato alle mappe simboliche e relazionali che mantengono unite le persone, che danno senso al vivere.

Il messaggio ultimo del volume è quello di ricordare a tutti noi che si può trovare un nuovo senso anche nell’ineluttabile, permettendo un sentire nuovo e fiducioso. La normalità è quella di essere uomini e donne capaci di vivere nonostante la perdita, capaci di trovare dignità anche nel morire, o sollievo nella ferita, sapendo di non essere mai realmente soli.

Scopri il libro: Clicca qui

 

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Psicologa clinica, tanatologa e autrice del libro "Non sono più io. Come fronteggiare l'interminabile lutto nella demenza" (Editrice Dapero, 2020).

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